La Gazzetta dello Sport

Inzaghi è buio: «Gol regalati, una serata così serva da lezione»

●L’allenatore del Bologna: «Teniamo duro, dobbiamo crescere e recuperare tutti. Al completo potremo fare bene»

- Filippo Conticello TORINO

Ieri Bologna ha saputo che la storia conta: per la prima volta l’antica Alma Mater è stata selezionat­a tra le prime duecento università al mondo. Questione di didattica e ricerca d’eccellenza. La storia, si sa, conta parecchio pure allo Stadium: le squadre che si presentano qui senza la giusta dose di rabbia, in un modo o nell’altro, finiscono per essere «bullizzate». Questione di paura, mentalità e tecnica assai inferiore. Pippo Inzaghi sta studiando all’università degli allenatori, ha pure preso buoni voti sul libretto nell’ateneo di Venezia, ma all’esame dell’Allianz è stato rimandato dopo pochi minuti. Anzi, per lunghi pezzi di partita la sua squadra è sembrata timida, impotente oltre ogni ragione. L’allievo Pippo si è arrabbiato soprattutt­o per i due gol a bruciapelo, come ha ammesso a fine partita: «Non mi è piaciuto il modo in cui abbiamo preso le reti in avvio, le abbiamo regalate — ha detto —: è chiaro che contro una squadra così forte, una delle migliori in Europa, è quasi proibitivo, ma ci volevamo provare. E invece è bastato un lungo lancio di Bonucci per farci prendere il primo gol: ci servirà di lezione per il proseguime­nto del campionato». Ecco, la storia di questa sera sarà maestra per il futuro, così qualcosa di buono si può portare a casa pure in una serata così: «Salvo qualche ripartenza, soprattutt­o nel secondo tempo in cui potevamo fare male alla Juve. Dobbiamo crescere e, soprattutt­o, recuperare tutti: ci mancano calciatori importanti come Palacio. Teniamo duro e poi quando torneremo al completo potremo fare bene».

CENA CON ANDREA Non ha passato una bella serata allo Stadium Joey Saputo, patron del Bologna, atterrato direttamen­te a Torino di mattina con volo privato assieme alla moglie. Ieri ha pranzato con la squadra e cenato all’Allianz col presidente bianconero Andrea Agnelli, a cui è legato da lunga amicizia. Oggi il proprietar­io canadese sarà a Casteldebo­le e resterà in città fino alla partita di domenica contro l’Udinese: nelle prossime ore avrà anche incontri con esponenti del Comune di Bologna per il restyling del Dall’Ara. I 300 tifosi bolognesi in trasferta allo Stadium, al di là del tracollo in campo, si saranno divertiti più del presidente nel loro spicchio di curva. A un certo punto, quando Inzaghi ha mandato in campo il paraguaian­o del loro cuore, hanno cantato a squarciago­la la frase che avevano inciso sulla maglietta: «Che ci frega di Ronaldo noi ci abbiamo Santander». La storia insegna che una risata serve pure nelle partite più nere.

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