Napoli travolgente Apre Insigne poi doppio Milik Il Parma affonda
●Ancelotti trionfa anche con il turnover e sabato a Torino si presenta da sfidante diretto
La Juve chiama, il Napoli risponde. Il mercoledì da leoni delle battistrada alimenta il fascino della sfida in programma fra due giorni all’Allianz Stadium. Perché dopo il clamoroso passo falso di inizio settembre a Genova contro la Samp, Ancelotti ha trovato una quadratura alla sua squadra, che si presenta sabato a Torino con un biglietto da visita di tre vittorie consecutive e con un 4-4-2 cangiante che ha reso finalmente affidabile la fase difensiva e più imprevedibile ed efficace quella offensiva. Da quando il Napoli è passato a questo sistema non ha più subito gol su azione, l’unico domenica scorsa è arrivato su rigore. Quello col Parma, più sparringpartner che avversario, è stato un ottimo allenamento. Utile soprattutto agli attaccanti per esaltarsi.
AREK È TORNATO Il momento di Lorenzo Insigne continua a essere magico. Come domenica all’Olimpico torinese, sblocca subito la partita e ancora una volta il suo è un gol da opportunista, ora che la posizione centrale lo vede a suo agio in area. Poi Lorenzinho colpisce il palo con un colpo da biliardo e a inizio ripresa serve l’assist a Milik prima dell’ovazione per la sostituzione, che gli consente un po’ di riposo in vista delle grandi sfide, con la capolista e il Liverpool. Con 5 gol in 6 gare il fenomeno napoletano, suo migliore avvio di sempre in campionato, si presenta come l’avversario più pericoloso per la difesa della Juve. E poi riecco protagonista Arek Milik, una doppietta che gli mancava da oltre due anni e una prestazione affamata agonisticamente. Ecco, se una critica si può fare in questa serata agli azzurri è che l’enorme superiorità mostrata in campo ha partorito solo tre gol, complice anche le polveri bagnate Zielinski, irriconoscibile su un paio di conclusioni nelle quali di solito non fallisce il bersaglio.
KK E INSIGNE SUPERSTITI Il turnover che presenta Ancelotti diventa una prova di forza incredibile. Solo due giocatori confermati rispetto a domenica. Koulibaly e Insigne, gli unici sempre titolari nella giostra di Carletto, che così dimostra come atteggiamento e sagacia tattica siano più importanti dei singoli e di un sistema dogmatico di gioco. Interessante l’esordio a destra di Malcuit (20° titolare in campionato), dotato di un buon cross: teso e a giro. E stavolta il 4-4-2 ha interpreti e sviluppo della manovra diversa. Soprattutto perché da esterno destro agisce un Fabian Ruiz con libertà di ballare fra le linee, per vie interne, cosa che fa con buona intelligenza tattica ma con caratteristiche tecniche completamente diverse dal connazionale Callejon. Che il
turnover abbia toccato anche il portiere lo verifichi dalle formazioni ufficiali perché Karnezis non tocca proprio palla, causa avversari non pervenuti.
NO GERVINHO NO PARTY Roberto D’Aversa da parte sua preferisce salvaguardare Gervinho per domenica con l’Empoli. L’ivoriano è senza dubbio l’uomo di maggior tasso tecnico, ma la sua assenza in campo non giustifica l’atteggiamento di un Parma imbarazzante, sempre secondo negli uno-contro-uno, mai aggressivo e incapace di sviluppare un minimo di trama per arrivare a supportare Roberto Inglese, voglioso
di far bene davanti al suo club, ma praticamente disperso nel deserto e costantemente anticipato da Maksimovic e Koulibaly. Non pervenuto nemmeno Ciciretti, l’altro attaccante in prestito dal Napoli. Considerato che Grassi è infortunato, l’unico dei «prestati» a salvarsi è Sepe che con un paio di inter-
venti efficaci su Milik e Mario Rui rende meno pesante il passivo. Insomma il bel Parma capace di tenere botta con la Juve, vincere a San Siro e battere bene il Cagliari qui a Napoli non si è proprio visto. Una serata storta può capitare, ma è mancata proprio la squadra nel suo complesso e occorre subito una scossa, perché l’atteggiamento per salvarsi deve essere molto diverso. Bisogna attendere ben 54 minuti per vedere un primo tiro, per nulla pericoloso, indirizzato da Stulac verso la porta. Nel senso di direzione perché di tiri nello specchio manco a parlarne. Altro dato statistico negativo: tre soli palloni giocati nell’area avversaria, peggior dato di tutto il campionato finora. Ma è anche colpa di questo Napoli che si scopre sempre più solido e ha anche le sembianze di un Allan sempre vincente nei contrasti.