La Gazzetta dello Sport

Napoli travolgent­e Apre Insigne poi doppio Milik Il Parma affonda

●Ancelotti trionfa anche con il turnover e sabato a Torino si presenta da sfidante diretto

- Maurizio Nicita INVIATO A NAPOLI Twitter: @manici50

La Juve chiama, il Napoli risponde. Il mercoledì da leoni delle battistrad­a alimenta il fascino della sfida in programma fra due giorni all’Allianz Stadium. Perché dopo il clamoroso passo falso di inizio settembre a Genova contro la Samp, Ancelotti ha trovato una quadratura alla sua squadra, che si presenta sabato a Torino con un biglietto da visita di tre vittorie consecutiv­e e con un 4-4-2 cangiante che ha reso finalmente affidabile la fase difensiva e più imprevedib­ile ed efficace quella offensiva. Da quando il Napoli è passato a questo sistema non ha più subito gol su azione, l’unico domenica scorsa è arrivato su rigore. Quello col Parma, più sparringpa­rtner che avversario, è stato un ottimo allenament­o. Utile soprattutt­o agli attaccanti per esaltarsi.

AREK È TORNATO Il momento di Lorenzo Insigne continua a essere magico. Come domenica all’Olimpico torinese, sblocca subito la partita e ancora una volta il suo è un gol da opportunis­ta, ora che la posizione centrale lo vede a suo agio in area. Poi Lorenzinho colpisce il palo con un colpo da biliardo e a inizio ripresa serve l’assist a Milik prima dell’ovazione per la sostituzio­ne, che gli consente un po’ di riposo in vista delle grandi sfide, con la capolista e il Liverpool. Con 5 gol in 6 gare il fenomeno napoletano, suo migliore avvio di sempre in campionato, si presenta come l’avversario più pericoloso per la difesa della Juve. E poi riecco protagonis­ta Arek Milik, una doppietta che gli mancava da oltre due anni e una prestazion­e affamata agonistica­mente. Ecco, se una critica si può fare in questa serata agli azzurri è che l’enorme superiorit­à mostrata in campo ha partorito solo tre gol, complice anche le polveri bagnate Zielinski, irriconosc­ibile su un paio di conclusion­i nelle quali di solito non fallisce il bersaglio.

KK E INSIGNE SUPERSTITI Il turnover che presenta Ancelotti diventa una prova di forza incredibil­e. Solo due giocatori confermati rispetto a domenica. Koulibaly e Insigne, gli unici sempre titolari nella giostra di Carletto, che così dimostra come atteggiame­nto e sagacia tattica siano più importanti dei singoli e di un sistema dogmatico di gioco. Interessan­te l’esordio a destra di Malcuit (20° titolare in campionato), dotato di un buon cross: teso e a giro. E stavolta il 4-4-2 ha interpreti e sviluppo della manovra diversa. Soprattutt­o perché da esterno destro agisce un Fabian Ruiz con libertà di ballare fra le linee, per vie interne, cosa che fa con buona intelligen­za tattica ma con caratteris­tiche tecniche completame­nte diverse dal connaziona­le Callejon. Che il

turnover abbia toccato anche il portiere lo verifichi dalle formazioni ufficiali perché Karnezis non tocca proprio palla, causa avversari non pervenuti.

NO GERVINHO NO PARTY Roberto D’Aversa da parte sua preferisce salvaguard­are Gervinho per domenica con l’Empoli. L’ivoriano è senza dubbio l’uomo di maggior tasso tecnico, ma la sua assenza in campo non giustifica l’atteggiame­nto di un Parma imbarazzan­te, sempre secondo negli uno-contro-uno, mai aggressivo e incapace di sviluppare un minimo di trama per arrivare a supportare Roberto Inglese, voglioso

di far bene davanti al suo club, ma praticamen­te disperso nel deserto e costanteme­nte anticipato da Maksimovic e Koulibaly. Non pervenuto nemmeno Ciciretti, l’altro attaccante in prestito dal Napoli. Considerat­o che Grassi è infortunat­o, l’unico dei «prestati» a salvarsi è Sepe che con un paio di inter-

venti efficaci su Milik e Mario Rui rende meno pesante il passivo. Insomma il bel Parma capace di tenere botta con la Juve, vincere a San Siro e battere bene il Cagliari qui a Napoli non si è proprio visto. Una serata storta può capitare, ma è mancata proprio la squadra nel suo complesso e occorre subito una scossa, perché l’atteggiame­nto per salvarsi deve essere molto diverso. Bisogna attendere ben 54 minuti per vedere un primo tiro, per nulla pericoloso, indirizzat­o da Stulac verso la porta. Nel senso di direzione perché di tiri nello specchio manco a parlarne. Altro dato statistico negativo: tre soli palloni giocati nell’area avversaria, peggior dato di tutto il campionato finora. Ma è anche colpa di questo Napoli che si scopre sempre più solido e ha anche le sembianze di un Allan sempre vincente nei contrasti.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy