La Gazzetta dello Sport

Figc: Ulivieri sì al «partito» di Gravina Tommasi no

● Giustizia sportiva: presto la riforma, ma non nell’ambito del decreto Salvini

- Alessandro Catapano Valerio Piccioni

Esce Tommasi, entra Ulivieri. Il giro d’Italia della campagna elettorale del pallone ha vissuto ieri una tappa importante. Il partito dei «ribelli», quello del 73 per cento, per stessa ammissione/denuncia del leader dei calciatori, «non esiste più». Mentre l’incontro del numero uno degli allenatori con Lega Pro, Lnd e Arbitri, si conclude, parole di un comunicato della Lega Pro, con un «risultato di estrema positività». Morale: la candidatur­a di Gabriele Gravina alla presidenza federale raccoglie l’endorsemen­t degli allenatori, ma perde quello dei calciatori. Tutto, però, si sta velocizzan­do: a 25 giorni dalle elezioni, il presidente della Lega Pro è ora forte sulla carta di un 63%, ma non si può neanche escludere una divisione dell’Aic, che lunedì terrà la sua assemblea e dove la fazione «dialogante» potrebbe dissociars­i dall’ex calciatore della Roma e incamminar­si sulla pista che porta a Gravina. TOMMASI DICE NO Ma perché Tommasi ha lasciato gli alleati di questi mesi? Perché non è stato rispettato «un presuppost­o chiaro», quello secondo il quale «nessuno dei tre candidati alle elezioni di gennaio avrebbe ripresenta­to la candidatur­a e si sarebbe cercato un presidente condiviso». Si è così arrivati a un «verdetto sicurament­e opposto alle premesse dello stare insieme». Tommasi aveva condiviso la scelta di Giancarlo Abete, poi fermatasi sullo scoglio dell’ineleleggi­bilità per la legge sui mandati. Sfumata questa possibilit­à, si è allontanat­o dagli altri compagni di viaggio, guardando con simpatia una possibile scesa in campo di Abodi e mantenendo freddezza verso Gravina. Che oggi incontrerà Gaetano Miccichè per sondare l’atteggiame­nto della Lega A.

PRESSING GOVERNO Una cosa è sicura: il nuovo presidente Figc dovrà fare i conti con l’«interventi­smo» del Governo. Che ha per ora battezzato la norma sui controlli della Consob sulle certificaz­ione dei bilanci delle società, rinviando (ma solo per il momento) un giro di vite sul fronte della giustizia sportiva. Che non farà parte del decreto legge Salvini, ma sul quale dovranno esserci prestissim­o delle novità. Gli uffici legali di Coni e sottosegre­tario stanno infatti lavorando a un testo che impedisca il ripetersi dell’ultima pazza estate, rendendo sempre più indipenden­te e veloce la giustizia sportiva.

GIOCHI, SI DECIDE Ieri il sottosegre­tario «vigilante» Giancarlo Giorgetti e il presidente del Coni Giovanni Malagò si sono seduti l’uno vicino all’altro a Palazzo Chigi in occasione della presentazi­one della Barcolana, a distanza di poche ore dal non facile confronto su uno spostament­o di competenze dalla giustizia sportiva a quella amministra­tiva. Intanto Giorgetti ha annunciato per le prossime ore una posizione del Governo (oggi c’è il Consiglio dei ministri) sull’Olimpiade 2026 . La soluzione Milano-Cortina potrebbe avere l’impegno con «risorse proprie» dalle regioni e un «beneplacit­o» simbolico-politico del Governo. Tanto basterebbe per andare a Buenos Aires e dire al Cio: «Noi ci siamo».

 ?? ANSA ?? Damiano Tommasi, 44 anni, è il presidente dell’Assocalcia­tori dal 2011. L’Aic ha il 20 per cento del corpo elettorale della Figc
ANSA Damiano Tommasi, 44 anni, è il presidente dell’Assocalcia­tori dal 2011. L’Aic ha il 20 per cento del corpo elettorale della Figc

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