Crac Giancaspro Arresti domiciliari per bancarotta
●L’ex presidente del Bari coinvolto per il fallimento della Finpower: tonfo da 10,7 milioni
L’ex presidente del Bari, Mino Giancaspro, ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, per reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale di 10,7 milioni di euro. Gli uomini della Guardia di Finanza lo hanno rintracciato ieri pomeriggio a Roma. I reati contestati riguardano il crac della società Finpower (energie rinnovabili), di cui era amministratore di fatto. Le carte che hanno portato all’epilogo di ieri erano pronte già dallo scorso agosto. La Procura di Bari aveva chiesto per Giancaspro la custodia cautelare in carcere, ma il gip Francesco Mattiace ha ritenuto che gli arresti domiciliari fossero una misura adeguata.
INTRECCI Con l’ex patron del Bari risultano indagati Francesco Pio Izzo e Giovanni Ferrara, rispettivamente liquidatore e legale rappresentante della Finpower. Le indagini del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bari della Guardia di Finanza si sono concentrate su presunti illeciti commessi, dal 2013 allo scorso gennaio, e relativi alla distrazione di svariati milioni di euro dalla Finpower in favore della Kreare Impresa, la società facente capo a Giancaspro proprietaria della FCBari 1908. Tali intrecci, tra le società di cui l’ex presidente del Bari era amministratore, sono oggetto di indagini ancora aperte, nonché di una procedura fallimentare al Tribunale civile di Bari (Giancaspro ha chiesto e ottenuto un concordato preventivo). Dalla ricostruzione del gip si evince inoltre che nello scorso marzo, dovendo pagare gli F24 della società sportiva, Giancaspro aspettava circa 3 milioni da un fondo libanese. Avrebbe quindi cercato di creare una società con sede a Londra, con conto corrente a Francoforte, per riuscire a far transitare il denaro in poche ore nelle casse del Bari, attraverso un passaggio nella Kreare Impresa. Un progetto naufragato dopo l’esclusione dalla B.