La Gazzetta dello Sport

Italia, la carta Pozzovivo Cassani: «Noi da paura»

●●li azzurri aprono il gas in salita sul Garda. Il c.t.: «Mamma mia se vanno forte». Intanto c’è il problema delle ruote superlegge­re

- INVIATO A TORBOLE (TRENTO) Claudio Ghisalbert­i

«Dovremo fare molta attenzione a come giocarci la carta Pozzovivo perché va forte forte. Domenico potrebbe essere l’uomo che cambia la corsa. Nibali e Moscon sono le nostre punte, ma lui potrebbe essere qualcosa in più di un’alternativ­a». Dario Cataldo è una persona pacata e un corridore d’esperienza, le sue parole quindi non sono banali. Ancora di più se pronunciat­e al termine dell’allenament­o più importante della settimana premondial­e. Ieri gli azzurri si sono infatti sciroppati il «lungo», che vuol dire circa cinque ore e mezzo in sella e oltre 150 chilometri con dentro pure tre salite. L’ultima, la panoramica di Malcesine, a gas aperto tanto per mettersi alla prova. E tanto da far esclamare al c.t. Cassani: «Mamma mia se vanno forte. Fanno impression­e…».

CALMA E il bello è che il «Pozzo», prossimo ai 36 anni e con 14 stagioni da pro’ nelle gambe, è alla sua prima maglia azzurra. Ci stavo in Nazionale anche a Firenze – afferma con aria pacata –. Ero arrivato 6° alla Vuelta, ma il tecnico (Ballerini, ndr) fece scelte differenti. Forse perché correvo per una squadra francese, o forse perché nelle classiche non avevo ancora dato grandi segnali. Poi per noi scalatori non ci sono molti mondiali adatti». Domenico, nonostante sia al debutto, è tranquillo. Ha la calma dei forti. «So di potere dare abbastanza garanzie e ho l’esperienza giusta. Anche la condizione c’è. M’immagino un avvio tranquillo con la fuga di alcuni comprimari, poi sul circuito cominceran­no a muoversi le seconde linee e lì sarà una partita a scacchi. Però credo che alla fine ci sarà una selezione naturale». Per resistere, o forse promuovere questa selezione, Pozzovivo si affiderà a un inedito pignone da 34 denti. «L’ho provato in questo allenament­o per la prima volta. C’è un po’ da tribolare dall’11 al 15, sui rapporti di pianura. Ma non sarà un problema perché questo Mondiale si decide in salita».

TATTICA Gianni Moscon, invece, confida proprio nella tattica come arma in più degli azzurri: «Abbiamo uomini esperti che sanno leggere la corsa alla perfezione. Poi noi italiani abbiamo un attaccamen­to alla maglia che corridori di altre nazioni non hanno». E pensare che metà di loro sono residenti all’estero. Intanto tengono banco tra i corridori le discussion­i sulla scelta dei materiali. Quasi tutti gli azzurri sceglieran­no i rapporti da utilizzare domenica dopo la ricognizio­ne di domattina sul percorso, ma importanti sono anche le ruote. E Nibali sull’argomento è abbastanza caldo: avrebbe voluto correre con un tipo di ruote, tedesche, più leggere di quelle con cui vengono equipaggia­te le sue bici. Ma la squadra, la Bahrain-Merida, gli ha risposto di no. Situazione opposta, invece, per Moscon. Anche lui ha scelto le ruote tedesche e, a differenza di Nibali, le potrà montare. «Per un appuntamen­to importante come il Mondiale sarebbe giusto potere usare il materiale migliore. Pazienza», chiosa lo Squalo.

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 ??  ?? La Nazionale italiana, in ritiro a Torbole, durante una seduta sulle strade trentine. Sopra, Domenico Pozzovivo, lucano di 35 anni, al debutto BETTINI
La Nazionale italiana, in ritiro a Torbole, durante una seduta sulle strade trentine. Sopra, Domenico Pozzovivo, lucano di 35 anni, al debutto BETTINI

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