Juve-Napoli è un romanzo pieno di gregari, imprese, rimonte
Un romanzo, altro che una partita. Juve-Napoli, da sempre, è molto più di una semplice sfida: è una rivalità che nasce un secolo fa e che prende linfa da argomenti calcistici, certo, ma anche da tematiche sociali, economiche, industriali e perfino di politica sportiva. Al centro di tutto, naturalmente, la migrazione nel Dopoguerra dal Sud a Torino, dove la Fiat offre lavoro nelle sue fabbriche. Insomma, i mille significati di questo confronto hanno spesso generato partite storiche. Oggi proviamo a riportare alla memoria alcuni incroci particolarmente significativi attraverso i protagonisti che li hanno caratterizzati. Un paio di avvertenze prima di partire. Abbiamo tralasciato i tanti fenomeni di Juve e Napoli (Platini, Maradona, Del Piero, Careca e moltissimi altri), i doppi ex (ad esempio Sivori, Altafini, Higuain, Fabio Cannavaro, Ferrara) e i giocatori attualmente inseriti nelle due rose. Abbiamo privilegiato alcuni gregari e, visto che la rivalità è davvero a 360°, abbiamo allargato l’orizzonte: si spazia dalla Serie A alla Coppa Uefa passando dalla Coppa Italia e dalla Supercoppa con gare giocate sia a Torino sia a Napoli. C’è di tutto e abbiate comprensione: il campetto che qui a destra riassume le undici individualità prese in considerazione ha qualche bizzarria tattica e alcuni ruoli «forzati». Ma tanto è solo un gioco. Anzi, un viaggio nel tempo.
LA RICHIESTA DI TACCONI La Supercoppa italiana del 1990 si gioca al San Paolo: il Napoli di Bigon contro la Juve di Maifredi, appena arrivato. E’ un massacro: segnano Silenzi e Crippa, Baggio accorcia, ma prima dell’intervallo è 4-1. Careca firma la cinquina, Tacconi chiede a Maradona di non infierire e Diego spegne gli ardori dei compagni. Il rispetto degli avversari viene prima di tutto.
P. CANNAVARO ROVESCIA Nel 2006-07 le due squadre sono in Serie B. Il Napoli è appena salito dalla C, la Juve vive l’inferno del post Calciopoli. Il sorteggio della Coppa Italia è impietoso: dopo aver eliminato Martina e Cesena, i bianconeri giocano in gara secca al San Paolo. Al’intervallo è 1-1, al 90’ è 2-2. Al 120’ segna Del Piero, ma nel secondo minuto di recupero del secondo tempo supplementare Paolo Cannavaro pareggia in rovesciata. Il primo rigore della Juve lo tira Buffon: fuori. Cannavaro è in debito col dio pallone: parato. Si arriva al settimo rigore: Amodio segna, Balzaretti calcia fuori. Napoli promosso per 8-7 (lo stesso risultato della Supercoppa di Doha nel 2014). A fine stagione le due squadre torneranno in A.
L’EUROPA DI RENICA Nel 1989 Juve-Napoli è il quarto di finale di Coppa Uefa. All’andata i bianconeri di Zoff vincono 2-0 (Bruno e autogol di Corradini). Al Napoli serve un’impresa e il 15 marzo 1989 il San Paolo si veste a festa. Al 10’ un contestatissimo rigore viene trasformato da Maradona, al 45’ raddoppia Carnevale. Tutto pari. A inizio ripresa Laudrup segna, ma l’arbitro annulla tra le proteste bianconere. Supplementari. Rigori? No: al 119’ Renica gira in rete un cross da destra e illumina il cammino del Napoli. Due mesi e due giorni dopo, a Stoccarda, Maradona alzerà la coppa al cielo.
SCIREA E IL GOL CANCELLATO Non esisteva rivalità che potesse spingere Gaetano Scirea a deragliare dai binari della correttezza e della sportività. Non a caso, un uomo e un campione rispettato da tutti. Scirea era un grande libero: amava sganciarsi e segnare (32 reti in bianconero). GAETANO SCIREA 9-1-1977 NAPOLI-JUVENTUS 0-2 (a tavolino) Serie A, 12ª giornata Al San Paolo ha fatto un sol gol, cancellato però dal giudice sportivo. Il 9 gennaio 1977 i bianconeri vincono 2-0 grazie ai timbri di Boninsegna e Gaetano. Scirea entra in area da sinistra e dopo aver saltato un paio di avversari infila con un preciso rasoterra. Il guardalinee Binzagli, però, viene colpito alla testa da un oggetto lanciato dagli spalti e il giudice sportivo decide di non omologare il 2-0 maturato sul campo assegnando un 2-0 a tavolino. Non cambia nulla: o meglio, cambia solo che viene cancellato l’unico gol di Scirea a Napoli.
LA VOLATA DI VOLPECINA Ci sono partite che indirizzano un campionato e cambiano la storia. Quella del 9 novembre 1986 appartiene a questa categoria. La Juve di Platini, con lo scudetto sul petto ma eliminata ai rigori dal Real Madrid in Coppa Campioni quattro giorni prima, ospita il Napoli di Maradona. A inizio ripresa segna Laudrup, ma poi - tra il 28’ e il 45’ - accade quello che non accadeva da 29 anni a Torino: il Napoli pareggia (Ferrario), va in vantaggio (Giordano) e fa il tris con il terzino Volpecina che entra dalla panchina, segue il contropiede e trova l’angolo lontano con un sinistro a giro. Quel Napoli di Ottavio Bianchi vincerà il suo primo scudetto.
DATOLO CHI? Gli azzurri espugnano Torino anche nel 1988 e poi basta fino al 31 ottobre 2009. E accade di nuovo in rimonta: Juve avanti 2-0, ma al 13’ s.t. si alza dalla panchina Jesus Datolo, pagato 6,5 milioni in estate. Datolo fa un gol e un assist, è decisivo nell’incredibile 3-2. Quello resterà il suo unico gol con il Napoli.
IL PRIMO POGBOOM Di Paul Pogba oggi sappiamo tutto. Il 20 ottobre 2012, però, era ancora poco conosciuto: 4 presenze per un totale di 123 minuti. Contro il Napoli Conte lo inserisce al 31’ s.t. al posto di Vidal sullo 0-0. Poco dopo segna Caceres e al 37’ ecco il primo Pogboom: terrificante sinistro al volo da fuori. Il Napoli non stava molto simpatico al francese: in seguito Pogba segnò altri due fantastici gol agli azzurri.
LO SCUDETTO DI VERZA Campionato 1980-81, volata a tre con Juve, Napoli e Roma in corsa per il titolo. Al penultimo turno c’è Napoli-Juve. A inizio ripresa Trapattoni sostituisce Causio con Verza che risolve gara e scudetto con un tiro deviato da Guidetti. Allora fu assegnato l’autogol, oggi nei tabellini ci sarebbe il nome di Verza. Che comunque è nel cuore di tutti i tifosi bianconeri.
ESTIGARRIBIA L’INVINCIBILE Il primo scudetto di Conte passa alla storia perché la Juve non perde mai. Il giorno in cui i bianconeri vanno più vicini alla sconfitta è il 29 novembre 2011. A metà ripresa il Napoli è in vantaggio 3-1. La rete della riscossa la realizza un esterno paraguaiano, Marcelo Estigarribia, che in bianconero non segnerà mai più. Ma quel gol vale tanto, insieme al successivo 3-3 firmato Pepe.
IL RUGGITO DI O’ LIONE Il San Paolo apre le sue porte per la prima volta il 6 dicembre 1959. Contro la Juve. A Fuorigrotta ci sono 80.000 spettatori, incasso di 70 milioni di lire, il Napoli vince 2-1, il raddoppio è di Luis Vinicio, O’ Lione.
LO SCHERZO DI ZAZA Una sfida-scudetto a maggio è logica, ma anche a febbraio si può risolvere la questione. Il 13 febbraio 2016 il Napoli è avanti di due punti, ma la trasferta allo Stadium è una trappola. Sarri concede poco, Allegri allora inserisce Zaza. E Simone colpisce all’88’: il gol più importante del campionato e finora anche della sua carriera.
●Tacconi chiese a Maradona di non infierire, il gol di Scirea cancellato in seguito dal giudice sportivo
●I pezzi unici di Datolo ed Estigarribia, le urla di Renica e Volpecina, la magia di Pogba, le sentenze di Verza e Zaza