SHOW E PUNTI CON IL CALCIO DI PEP
DE ZERBI INSEGNA E APPLICA IL GIOCO POSIZIONALE COME GUARDIOLA, POCHETTINO E ALTRI BIG D’EUROPA: COSÌ HA RAGGIUNTO IL TERZO POSTO COL MIGLIOR ATTACCO. VI SPIEGHIAMO COS’E’
Calcio posizionale. Terzo uomo. Salida lavolpiana. Sono concetti forse un po’ ostici per chi vive il calcio superficialmente. Eppure è questo tipo di calcio che sta imponendo una rivoluzione in tutta Europa. Parliamo di Pep Guardiola, soprattutto, ma anche di Pochettino al Tottenham, del Belgio e dell’Inghilterra, del Loco Bielsa. E sì, ora anche del Sassuolo di Roberto De Zerbi. Che con il suo gioco ha scalato la classifica fino al terzo posto, con il miglior attacco del campionato. Un altro calcio è possibile (e divertente), pure in Italia.
GIOCO DI POSIZIONE Per prima cosa: che cos’è il calcio posizionale? Per semplificare, diciamo che è uno stile di gioco in cui i calciatori devono occupare una determinata posizione in campo in base a dov’è il pallone, in modo da creare più linee di passaggio a chi ne è in possesso. L’obiettivo è creare la superiorità - cioè avere più uomini - in certe zone del campo, e soprattutto avere un uomo libero di ricevere in modo da avere il tempo e lo spazio per una potenziale giocata pericolosa o per lo sviluppo in verticale del gioco. Quello è il «terzo uomo» dopo che altri due si sono scambiati il pallone. Il gioco di posizione presuppone il mantenimento dell’iniziativa: il Sassuolo, come tutte le altre squadre citate, è infatti squadra che ama il possesso palla. Che però non deve essere fine a se stesso: deve «costringere» l’avversario a muoversi e lasciare spazi liberi.
COME SI CAMBIA Il Sassuolo lo fa in molti modi, tatticamente parlando. I principi sono sempre gli stessi: passaggi rapidi, a uno o due tocchi, «mai due passaggi verticali in sequenza, ma sempre uno verticale e uno orizzontale, o la squadra non riesce a seguire lo sviluppo», raccontava De Zerbi nel forum in Gazzetta di qualche mese fa. Il tecnico neroverde sa alternare diversi sistemi, a seconda dell’avversario. Nel 2-0 contro la Spal e il suo 3-5-2, ha scelto la difesa a 3 (per tenere i due attaccanti di Semplici), due mediani, due trequartisti, terzini sempre alti e una punta. Come il Belgio di Martinez. Contro l’Empoli (4-3-1-2), difesa a 4, Locatelli vertice basso di centrocampo, due ali larghe, un centravanti di manovra per aiutare le «uscite» da dietro, mezzali di qualità per fare i «trequartisti». Altro fondamentale: tenere giocatori vicini in zona palla, così risulta più facile anche recuperare il pallone in posizione avanzata.
CONOSCENZE Giovedì sera a Ferrara, De Zerbi ha cambiato sistema di gioco e pure 7 titolari rispetto al match precedente. E non ha la rosa di Guardiola. Anche lui non è Guardiola, intendiamoci. Ma cambiare senza snaturarsi significa che le conoscenze sono condivise, perché profondamente allenate. «Curo il controllo palla e la postura, fondamentale per la ricezione», sottolineava ancora il tecnico in Gazzetta. Principi e conoscenze. E con queste conoscenze, i giocatori crescono. Gli inglesi educati da Pep, Pochettino, Conte, per altri versi Klopp hanno raggiunto così la semifinale a Russia 2018. Southgate aveva magari più scelte di Ventura e ora di Mancini, ma la differenza tra non andare al Mondiale ed entrare tra le prime quattro non può essere solo per Kane e Sterling. Ultima cosa, dovuta: la salida lavolpiana è l’uscita ragionata dalla difesa con il centrocampista centrale che si abbassa al fianco dei due difensori centrali, che deve il suo nome a Ricardo La Volpe, ex c.t. del Messico. Sì, il Sassuolo fa anche questo.