Aspettando Zaza il Torino sorride: i giovani crescono e Iago Falque c’è
●Lo spagnolo è tornato in gruppo. Djidji, Parigini, Berenguer e Ola Aina promossi da Mazzarri
Fuori dal tunnel. L’uomo senza cloni (granata), Iago Falque, indispensabile (nei pensieri di
Walter Mazzarri) per fare da raccordo fra la mediana e l’attacco, vede avvicinarsi finalmente il momento del ritorno in campo. Ieri lo spagnolo — per la prima volta dopo l’infortunio subìto a Udine — ha svolto l’allenamento per intero con i compagni. Per lui, adesso, diventa decisiva la rifinitura di oggi all’Olimpico Grande Torino. La convocazione è pressoché scontata, sulle possibilità di rientrare già domani dall’inizio l’ultima parola spetta al dottor Tavana, oltre che a Mazzarri. L’infortunio al flessore della coscia destra richiede la massima cautela, ma è indubbio che le indicazioni siano buone e, soprattutto, che il Toro ha maledettamente bisogno di lui. È apparso ormai evidente che, senza di lui, si complica pure la difficile convivenza fra Belotti e Zaza. Il Gallo non ha saltato un minuto da inizio stagione (e, con lui, pure Sirigu e Nkoulou), mentre il ritardo di condizione dell’ex Valencia è reso ancora più marcato dall’assenza alle spalle dei due attaccanti di un giocatore capace di innescarli. E qui ritorniamo al punto di partenza: Iago Falque, appunto, riadattato con successo in estate da Mazzarri in una cosiddetta «modalità Lavezzi», cioè trequartista vero rispetto al suo ruolo tradizionalmente più avanzato.
MERITOCRAZIA Ecco, perché Mazzarri a Bergamo, mercoledì sera, ha preferito affidarsi a Parigini, promosso titolare per l’impegno profuso in allenamento e per il positivo impatto quando era entrato in campo a Udine, pur giocando solo sei minuti, recupero compreso. Proprio lui, cresciuto nel vivaio del Torino, potrebbe essere riconfermato dal tecnico toscano contro il Chievo, se le risposte fornite da Zaza negli ultimi allenamenti non saranno state giudicate soddisfacenti. Seconde linee — si fa per dire — anche in mezzo al campo. Oltre ad Ansaldi, se dovesse dare forfait pure De Silvestri, via libera di nuovo per Berenguer e Ola Aina, quest’ultimo sempre sceso in campo nelle prime sei giornate. È un premio al lavoro, a chi sino ad oggi ha pedalato in silenzio, aspettando che venisse la sua occasione. E, come per loro, lo stesso discorso vale pure per Djidji, che ha sostituito senza alcun imbarazzo Moretti, dopo le difficoltà patite contro il Napoli in casa.
OCCASIONI Senza girarci troppo intorno, Mazzarri ha in un certo senso l’urgenza di ritrovare la vittoria: innanzitutto perché deve e vuole sfruttare un calendario sulla carta molto favorevole prima della sosta (archiviato il Chievo, venerdì prossimo arriverà il Frosinone all’Olimpico Grande Torino), allo scopo di rivitalizzare l’ambiente e di consolidare una posizione di classifica che sino ad ora non rispecchia le ambizioni di un gruppo che vorrebbe fare una stagione a fari spenti, per volere della società, ma comunque non da semplice comprimario della serie A.
PRUDENZA Ovvio che il possibile rientro di Iago Falque semplificherebbe (molto) le cose, anche se come detto l’infortunio di Udine richiede prudenza e non gioverebbe a nessuno accelerarne troppo i tempi del recupero.
LA NOVITÀ L’esterno da ieri a tempo pieno in gruppo con i compagni al Fila
C’è cauto ottimismo di poterlo schierare domani con il Chievo come trequartista
A SECCO Mazzarri, poi, sta lavorando per uscire da una situazione poco simpatica a livello realizzativo. Cinque gol in sei partite denotano sicuramente una difficoltà in tal senso, ma qui si torna al peccato originale, cioè quell’impossibilità sino ad oggi di schierare Iago Falque trequartista dietro na Belotti-Zaza. E poi c’è la storiella di questo Toro che nei primi 45’ non ha ancora segnato, realizzando 4 reti su cinque nel primo quarto d’ora della ripresa, a conferma di un cambio di atteggiamento (anche mentale) dopo l’intervallo. Perché il Toro sia grande per davvero serve un gruppo omogeneo nei valori, con seconde linee di qualità, e senza cali di tensione. Domani la prima verifica.