La Gazzetta dello Sport

DEL CAVALLINO I dubbi di Seb: «Pole difficile... Poco veloci senza sapere perché»

● Il tedesco: «Giornata complicata, l’importante è far durare le gomme. Ma cresceremo». Amletico Kimi: «Io do il massimo per me, così aiuto il team»

- INVIATO A SOCHI a.cr

D’accordo è solo venerdì, ma dopo quanto capitato nelle ultime due corse sarebbe stato più confortant­e rivivere la situazione del 28 aprile di un anno fa quando la Ferrari aveva osato invadere la fortezza russa della Mercedes, monopolizz­ando il primo posto nella lista dei tempi con Kimi Raikkonen al mattino e Sebastian Vettel al pomeriggio. Fu il preludio di una storica prima fila che mancava da una vita: Magny Cours 2008. Poi sappiamo come è andata a finire con la Freccia d’Argento di Valtteri Bottas capace di incunearsi tra le Ferrari e di vincere la gara per un niente (617 millesimi) davanti alla rossa numero 5.

TRADIZIONE E anche se è solo venerdì, le rosse ultimament­e ci avevano abituato molto bene. Da Silverston­e e, con la sola eccezione di Hockenheim, c’è sempre stata una Ferrari a guidare il gruppo dopo le due libere: Vettel in Gran Bretagna, Ungheria e Monza, Raikkonen a EPA Spa e Singapore. Vero, al mattino Sebastian si è issato davanti, a tutti ma né Hamilton né Bottas avevano montato le tenerissim­e hypersoft e quando al pomeriggio si è simulato il giro secco, con le Pirelli rosa non c’è stata partita: 1° Hamilton, quindi Bottas, le due Red Bull e finalmente Vettel, ma a mezzo secondo. Ancor più indietro Kimi Raikkonen, 8° a un secondo abbondante.

GRAINING Il problema? Il graining sull’anteriore sinistra. L’hanno avuto un po’ tutti, la Ferrari di più. Questo, unito al traffico, ha finito forse per innervosir­e Vettel che, durante la simulazion­e di gara, è finito in testacoda. Un contrattem­po, perché contrariam­ente a Singapore, dove Seb aveva pizzicato il muretto, qui ha potuto riprendere a girare dopo una breve sosta. Ma, insomma, la Ferrari ha vissuto dei venerdì migliori. «È stata una giornata complicata — è stata la sintesi di Sebastian, che si è comunque presentato sereno e sorridente davanti alle telecamere — sia col giro secco sia quando abbiamo messo benzina a bordo. Abbiamo avuto problemi con le gomme, ma in vista della gara faremo progressi». L’asfalto, che per due terzi del tracciato è nuovo, migliorerà e di questo conta Maranello per crescere. È già successo a Baku, dove l’11° tempo di Vettel si è poi trasformat­o in pole position o in Belgio dove, dopo il 5° tempo del venerdì, ha conquistat­o prima fila e soprattutt­o quello che al momento resta l’ultimo successo. «Preoccupat­i degli altri? Anche se non è stata una buona giornata, l’obiettivo resta intatto: quello di centrare la prima fila e possibilme­nte la pole, che qui resta importante (malgrado il lunghissim­o rettifilo, 1029 metri, che aveva consentito a Bottas di sfruttare la scia e passare le rosse alla curva 2 lo scorso anno; n.d.r.). Ma non so se ce la faremo. Pur provando diverse cose non siamo stati abbastanza veloci e dobbiamo capire perché. E più del giro secco dobbiamo cercare di far durare le gomme».

STRATEGIA Per questo, mentre Seb si dedicava a una simulazion­e con le hypersoft, Kimi si concentrav­a su quella con le soft, essendo il solo ad aver deciso di portare due treni della mescola più dura a questo GP. Un lavoro utile anche per il compagno, da perfetto scudiero. Già, ma Kimi lo farà davvero? Ancora ieri, come 24 ore prima, sul quesito cruciale — aiuterà se possibile Vettel a ribaltare questo Mondiale? — è stato sfuggente. «Io intendo dare il massimo per me e così facendo aiuto anche il team…».

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