La Gazzetta dello Sport

Real teso, Atletico contestato A Madrid chi perde è già perduto

●Lopetegui si lamenta: «Qui si è sempre in ballo, ogni partita è un esame». Simeone ha fatto solo 5 punti su 12 e i tifosi rumoreggia­no...

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Un mese e mezzo dopo, tante cose sono cambiate. A Ferragosto a Tallinn, in Estonia, Julen Lopetegui debuttava sulla panchina del Madrid disputando la Supercoppa Europea all’Atletico. Perse 4-2 ai supplement­ari, prima finale europea lasciata per strada dal Madrid dal

2000.

LA MACCHIA

Nubi nere scacciate dal Bernabeu con 5 vittorie e un pari tra Liga e Champions (il dominio sulla Roma). Benzema ritrovato, Bale leader, Asensio ispirato, Isco in palla, Cristiano chi? L’assenza del cannibale sembrava esser stata digerita al meglio con un banchetto di collettivi­tà per cancellare la stella solitaria. Il Madrid che gioca di più a calcio, elogi a Lopetegui che replica il modello vincente di futbol ed efficacia già sperimenta­to in nazionale. Mercoledì sera il 3-0 subito a Siviglia ha dato una bella sporcata a questo idilliaco quadretto. Isco si è operato di appendicit­e e la partita la guarda in tv, Marcelo ha un problema muscolare e la cosa toglie un cruccio a Lopetegui visto che il brasiliano in questo momento lascia più spifferi che il Colosseo. BRUTTO INIZIO L’Atletico dopo il trionfo estone era stato catapultat­o addirittur­a a favorito per la Liga da diversi neutrali. Grande panchina, l’innesto di Lemar, la consueta solidità difensiva e la mortifera coppia Griezmann-Diego Costa. Cosa vuoi di più dal Cholismo? E invece nelle prime 4 giornate l’Atletico ha fatto 5 punti su 12, pareggiand­o con Valencia ed Eibar, perdendo a Vigo e scivolando a -7 dal Barça e a-5 dal Madrid. Un rapido abisso. Critiche, persino i fischi al totem Simeone da parte del Wanda Metropolit­ano per un cambio: sacrilegio. Improvvisa­mente però l’Atletico si è ritrovato: ha vinto col disastrato Monaco nel Principato e poi con Getafe e Huesca, parziale 5-0 complessiv­o. Il Madrid e il Barça a due soli punti, con la possibilit­à di scavalcare i rivali angosciati vincendo stasera al Bernabeu.

LEONE O GATTONE? Insomma, in 45 giorni è successo di tutto. Emozioni e delusioni, nessuna certezza. Chi perde pagherà caro, soprattutt­o se a cadere sarà il Madrid. Florentino Perez è già parecchio nervoso, una sconfitta nel derby sprofonder­ebbe Lopetegui in un calderone d’incertezza. «Qui si è sempre in ballo - ha detto ieri l’ex c.t. -. Ogni partita è un esame». La cosa vale per lui e per i giocatori: Benzema dopo aver fatto 5 gol nelle prime 4 uscite stagionali non ha fatto un solo tiro in porta nelle 4 successive: da leone a gattone in un balzo poco felino. Asensio va a intermitte­nza, Bale ancora non riesce a tirar da solo il carro blanco: questo derby è un esame soprattutt­o per lui, che si è detto liberato e rilassato dall’addio di Ronaldo e che è nel mirino delle speranze del madridismo. Simeone invece punta su Diego Costa, che ha segnato due reti a Tallinn e una a Monaco, ma che in 6 partite di Liga non l’ha messa mai dentro:«Io lo vedo benissimo, sarà decisivo», ha detto il «Cholo», a metà tra analisi e speranza.

CHE CLIMA!

Florentino Perez è già parecchio nervoso. Il Cholo punta su Diego Costa, eroe a Tallinn in Supercoppa

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Antoine Griezmann (27 anni) e Diego Costa (29)
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Sergio Ramos, 32 anni, con Karim Benzema, 30

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