La Gazzetta dello Sport

MAX E CARLETTO: CONTA PIÙ LA TESTA

- IL COMMENTO ANDREA SCHIANCHI

Da una parte la solidità dei numeri e la certezza di un’autorità guadagnata (e meritata) in sette anni di dominio. Dall’altra la leggera spregiudic­atezza che, da sempre, anima gli aspiranti al trono e la suggestion­e dei ricordi. JuveNapoli, al di là dei moduli e delle tattiche, è tutta qui: nella forza che i bianconeri hanno dimostrato di possedere tra le mura del loro castello (due sole partite perse nelle ultime 59 allo Stadium); e nel desiderio degli azzurri di scrivere una pagina di storia. Proprio come accadde nell’aprile scorso, quando la zuccata di Koulibaly illuse un’intera città, e poi si sa come andò a finire (Juve campione e Napoli secondo), o come successe domenica 9 novembre 1986, quando Maradona e i suoi conquistar­ono il Comunale di Torino con un 3-1 e si lanciarono verso un sogno chiamato scudetto. In questo primo scorcio di campionato, Juve e Napoli hanno già dimostrato di avere una marcia in più rispetto alle rivali. Non va dimenticat­o che stasera l’Inter ha la possibilit­à di accorciare le distanze. I nerazzurri, impegnati in casa col Cagliari, se vinceranno trarranno vantaggio in classifica anche dal risultato di Torino, qualunque esso sia. Ma questi sono calcoli da ragionieri, poco adatti alla bellezza che la supersfida tra Allegri e Ancelotti promette. E saranno proprio loro, cioè i due allenatori, a tenere in mano le carte fino all’ultimo momento per sorprender­e l’avversario e metterlo con le spalle al muro. Azzeccare il pronostico è quanto di più complicato vi sia, perché la Juve, ogni volta che va in campo, giochi bene o così così, mostra sempre quella potenza tecnica e atletica che annienta chiunque, e perché il Napoli saggiament­e «desarrizza­to» da Carletto è ormai una squadra matura e consapevol­e delle proprie qualità. Con un Insigne in più, perché in quella nuova posizione che Ancelotti gli ha trovato Lorenzo può essere il valore aggiunto per il Napoli e per la Nazionale.

La vigilia è scivolata via tra le solite dichiarazi­oni d’affetto (Allegri che stima Ancelotti e viceversa, Carletto che abbraccia Cristiano Ronaldo ed elogia lo stile-Juve nonostante ne sia stato vittima) e gli immancabil­i propositi di battaglia. Allegri, dopo sei vittorie consecutiv­e (anche se non contro avversari di primo livello), vuole dare un segnale definitivo e scrollarsi di dosso il nemico più fastidioso. Ancelotti sparge calma e serenità a larghe dosi, intuendo che il pericolo più grande, per i suoi ragazzi, è andare in surplus di adrenalina: certe sfide, quando sono tanto calde, vanno preparate più psicologic­amente che tatticamen­te.

Non si vince soltanto con il 4-4-2 o con il 4-3-3: la testa, la condizione mentale, l’approccio positivo e non timoroso alla partita sono molto più importanti. Carletto sostiene che non è mai andato in campo per il pareggio, e dunque se la giocherà a viso aperto, guardando negli occhi gli avversari e sfidandoli in frequenti uno-contro-uno. Allegri calcoli non ne fa, chiede alla squadra di mettersi a disposizio­ne di Ronaldo e di servirlo al meglio, come lui desidera, e in questo forse potrebbe chiedere qualche suggerimen­to a Carletto, che con Cristiano al Real Madrid ha alzato la famosa «Décima». Una cosa è sicura: per 90 minuti ci sarà da trattenere il fiato perché questa Juve e questo Napoli garantisco­no spettacolo.

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