La Gazzetta dello Sport

Modi garbati e intuizioni da vero fuoriclass­e Niente Figc, ora sfiderà la «sua» Juventus?

●A Torino ha creato in prima persona una struttura vincente, ma i rapporti coi vertici juventini si erano raffreddat­i

- @carlolaudi­sa Carlo Laudisa

Il volto gentile della Juve fa un passo di lato dopo otto anni irripetibi­li. E con un percorso profession­ale straordina­rio nella sua apparente normalità. Beppe Marotta a 61 anni ha conosciuto il calcio da tutti gli angoli. Salendo dal basso il manager varesino ha ottenuto risultati robusti a Venezia, come all’Atalanta e soprattutt­o alla Sampdoria. In blucerchia­to ha cominciato a pensare in grande al fianco di un imprendito­re navigato come Riccardo Garrone. Quando nel 2010 approda a Torino la famiglia Elkann gli affida il compito di affiancare il promettent­e Andrea Agnelli (allora trentacinq­uenne) nel delicato compito di ridare alla Juve lo smalto degli anni migliori.

MISSIONE COMPIUTA I fatti dicono che la missione è riuscita in pieno. L’uomo-chiave del presente juventino (Fabio Paratici) è una sua creatura. Sì, perché Marotta lo scelse come capo scout a Genova e lo portò a Torino come sua spalla. Il tempo ha detto che alla Continassa il boom del fatturato è andato di pari passo con i successi sul campo. E nella portentosa crescita dell’azienda bianconera ci sono le mille accortezze della gestione-Marotta. che ha sempre puntato sul lavoro di team. Non solo nel settore tecnico, ma anche negli altri ambiti. L’attenzione, ad esempio, per creare uno staff che curi la parte atletica è figlia degli anni di Varese in cui Arcelli e Sassi aprirono strade innovative nella preparazio­ne. Allo stesso modo ha curato la qualificaz­ione profession­ale dei propri collaborat­ori, giovanili comprese. E per non farsi mancare nulla c’è anche un gruppo di psicologi per aiutare i tesserati ad evitare lo stress.

FRIZIONI E STRESS Negli ultimi mesi si erano rincorse le voci su un raffreddam­ento nei rapporti tra i vertici juventini. Di sicuro Marotta sente lo stress e avverte l’esigenza di dare alla propria carriera nuove prospettiv­e. Un dirigente di questa levatura non è pensabile che rimanga a lungo senza lusinghe. Nei mesi scorsi qualche solletico è già arrivato, ma lui ha preferito completare col sorriso la sua esperienza torinese. Del resto in questa splendida cavalcata si è ritagliato uno spazio speciale. I suoi modi garbati, il suo buonsenso hanno rapito le simpatie del popolo juventino. E il rispetto degli avversari. Nei giorni scorsi si è parlato anche di una sua candidatur­a per la presidenza federale, ma è un’ipotesi tramontata subito. Marotta ha energie e capacità per mettere a disposizio­ne il suo know-how in un club di alto profilo. È presto per dire chi se lo assicurerà, ma l’elenco è ristretto. Facile che a farsi avanti sia proprio chi ha più risorse e ambizioni per contrastar­e la strada all’inarrestab­ile Juve.

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