Marotta già oltre l’addio «Ha deciso la Juventus, riparto da un altro club»
●L’ormai ex a.d. ancora molto deluso dopo la separazione «Strappo doloroso, mi adeguo. E non escludo di andare altrove»
SITUAZIONE VOLUTA DAL CLUB IL MASSIMO? LO SCUDETTO 2012
C’è una massima di Nereo Rocco che piace tanto a Beppe Marotta e che nei tanti anni trascorsi assieme ha ripetuto all’infinito a Fabio Paratici: «Balon, palo, dentro: te se un campion. Balon, palo, fora: te se un co...». La frase rende bene l’idea della labilità del mondo del pallone. Marotta è arrivato alla Juventus 8 anni fa, quando c’era una squadra da riedificare; la lascia dopo 7 scudetti di fila e il sogno Champions da inseguire. Con il cuore in frantumi, ma anche con l’orgoglio di chi sa di aver costruito una splendida creatura, per cui non smetterà di fare il tifo.
FUTURO IN UN TOP CLUB Il giorno dopo resta l’amarezza per come è finita, ma c’è anche la voglia di non dimenticare tutto il bello che c’è stato e di guardare già al futuro. Dopo le dichiarazioni a caldo nel dopo gara di Juventus-Napoli, l’ormai ex amministratore delegato bianconero ha ribadito più o meno gli stessi concetti in un’intervista a Novantesimo minuto: non si è dimesso, ha solo preso atto di una decisione del club. «È una situazione voluta dalla società – ha confermato –, non c’è stato un motivo scatenante. Io mi adeguo alle loro idee e direttive, per amore sia delle persone sia della stessa Juventus. Sono un uomo d’azienda e sposo questa linea, certo di avere dato il 100% in anni di grandi successi. È giusto che si facciano avanti altre persone. È stato un addio doloroso perché in questi 8-9 anni ho vissuto tante emozioni e sono state tutte molto belle. Credo di aver accompagnato il presidente Andrea Agnelli in una crescita d’esperienza. La Juventus è una delle pagine più indimenticabili della mia vita. Il primo scudetto, quello vinto a Trieste, è il ricordo più bello. Non escludo che possa accasarmi in qualche nuovo club. Però se la Juventus fosse in finale di Champions sarei contento perché sarebbe anche frutto del mio lavoro e dei miei collaboratori. Se arrivasse in fondo sarei lì a sostenerli da semplice tifoso».
FULMINE A CIEL SERENO Marotta dribbla le polemiche, anche se si capisce che il modo in cui si è concretizzata la separazione lo ha sorpreso e anche un po’ amareggiato. Agnelli gli ha comunicato la sua decisione una decina di giorni fa e lui ha deciso di ufficializzarla prima che divenisse di dominio pubblico la lista con i nomi del prossimo CdA della Juventus (che verrà presentata oggi), in cui non compariranno né il suo né quello di Aldo Mazzia, l’altro amministratore delegato. La scelta è frutto del ringiovanimento del management attuato dal presidente. Marotta sapeva che il suo ciclo non sarebbe durato in eterno, si vedeva fuori dal club entro il 2020 ma probabilmente non si aspettava che tutto potesse accadere a stagione in corso. Di sicuro i rapporti con Agnelli, che l’ha sempre considerato un uomo di fiducia, non erano più gli stessi nell’ultimo periodo. Divergenze di vedute di vario genere, ma che non parevano così gravi da portare alla rottura. Sia Marotta sia la società hanno smentito che tra le cause ci sia anche l’acquisto di Cristiano Ronaldo, un’operazione portata avanti in prima persona da Paratici. Scaduto il mandato come amministratore delegato, Marotta resta in carica come direttore generale, ma ancora per poco. C’è la volontà di entrambi di non tirarla per le lunghe: lui e la società si rivedranno a breve, la Juventus gli offrirà una buonuscita per lasciare l’incarico (per cui ha un contratto a tempo indeterminato). Tutto si chiuderà nel giro di una settimana, massimo dieci giorni. Marotta oggi sarà a Milano per il consiglio di Lega e probabilmente questa sarà l’ultima volta: la Juventus dovrà decidere anche con chi sostituirlo in questo ambito. Perderà anche la carica di consigliere federale e questo è il dispiacere più grande, perché era stato votato. Domani invece sarà al suo posto in tribuna allo Stadium. «Svolgerò il mio compito fino alla fine», ripete agli amici. Il futuro è ancora tutto da scrivere: Figc esclusa, restare in Italia in un top club gli piacerebbe. Di sicuro per chi lo prenderà sarà un ottimo affare, sotto il profilo tecnico e umano.