Max batte Max. E se ne vince altre 4...
●Avvio super: Allegri ha superato se stesso alla Juve. E a 11 centra il record europeo di vittorie iniziali
«Alzare l’asticella » è la metafora più usata da Massimiliano Allegri in questi anni alla Juventus. E probabilmente la grandezza di questo ciclo bianconero, partito con lo scudetto dei miracoli, il primo di Antonio Conte nel 2012, verrà degnamente celebrata solo tra qualche anno. Quando chiunque potrà realizzare quanto sia stata irripetibile una striscia che comprende 7 scudetti, 4 Coppe Italia e 3 Supercoppe italiane, senza contare le due finali di Champions perse contro Real e Barcellona.
LA SETTIMA Di fronte a questi risultati, la straordinaria partenza della Juve 2018/19 viaggia un paio di gradini più sotto. Con il successo conquistato sabato allo Stadium contro il Napoli, Allegri ha superato se stesso. Nel 2013/2014, il tecnico che nel giorno del suo arrivo a Vinovo era stato contestato, debuttò con 6 successi consecutivi (Udinese, Cesena e Roma allo Stadium, Chievo, Milan e Sassuolo in trasferta). Poi arrivo l’1-1 sul campo del Sassuolo, con Paul Pogba a rispondere al gol di Simone Zaza. Stesso risultato l’anno scorso: 6 vittorie e poi il 2-2 di Bergamo con l’Atalanta. La sequenza bianconera di quest’anno pareggia quella di Giovanni Trapattoni nel 19761977 e resta dietro alle 8 vittorie iniziali conquistate sempre dal Trap nel 1985-86 e da Carlo Carcano nel 1930-31. E non è superfluo sottolineare che in tutte queste circostanze lo scudetto a fine anno ha preso la via di Torino. Il primato assoluto di vittorie iniziali in casa Juventus risale al 2005/06, quando la corazzata di Fabio Capello si fermò dopo 9 vittorie a San Siro, battuta 3-1 dal Milan dopo una bambola colossale nei primi 45’ e un inutile gol di David Trezeguet sullo 0-3. La Juve vinse quello scudetto sul campo, ma il titolo fu poi revocato per lo scandalo di Calciopoli e assegnato all’Inter a tavolino. I FATTORI Il calendario ha dato una mano per la conquista dei 21 punti. Le uniche due partite che nascondevano difficoltà, Lazio e soprattutto Napoli, sono state affrontate allo Stadium, dove la capolista continua ad avere numeri impressionanti. Le trasferte di Verona col Chievo, Parma e Frosinone sono state gestite da grande squadra: nessuna delle tre partite è stata memorabile sul piano della qualità del gioco. E nella prima al Bentegodi c’è stato bisogno di un gol di Bernardeschi nel recupero. Tuttavia, la Juve raramente ha dato l’impressione di trovarsi in difficoltà. L’arrivo di Cristiano Ronaldo ha contribuito a tenere alta la tensione: giocare con un compagno come CR7 ti aiuta a restare sul pezzo anche quando ti sentiresti autorizzato a staccare la spina. Senza contare la qualità della rosa: se uno come Paulo Dybala non ha la certezza del posto e non può sbagliare nulla, ci si può sbilanciare nel portare questa Juve tra le più forti di sempre. Tante volte sono stati determinanti i cambi: da Douglas Costa, spaccapartite di professione, a Federico Bernardeschi, la nota più lieta di questo inizio di stagione.
GARCIA DAVANTI Se torniamo alle asticelle che si alzano, la prossima sfida che attende Allegri è quella di conquistare la striscia iniziale di partite vincenti migliore di sempre. Obiettivo più che mai alla portata della Juventus, che ora in campionato è attesa in successione dalla trasferta di Udine, dal Genoa allo Stadium dopo la sosta per le nazionali, dalla trasferta di Empoli e dal Cagliari a Torino. Quattro partite in cui la Juve andrà in campo da favorita, per dirla con un eufemismo. E se dovesse fare un ulteriore 4 su 4, l’ulteriore record di 11 successi iniziale sarebbe cosa fatta. L’attuale primato appartiene al Bayern di Pep Guardiola (stagione 2015/16), e alla Roma di Rudi Garcia nel 2013/14, che si fermarono appena raggiunta la doppia cifra.
LO SPUNTO Nel 2014-15 e nel 2017-18, la striscia si fermò dopo 6 successi iniziali
Udinese, Genoa, Empoli e Cagliari le prossime avversarie in campionato