La Gazzetta dello Sport

Super Gervinho abbatte l’Empoli Parma in paradiso

●L’ivoriano segna ancora ma esce per infortunio Emiliani in zona Europa, toscani sempre più giù

- Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

Una sgommata di Gervinho e poi su il muro. Così il Parma si sbarazza dell’Empoli in capo a una partita che i toscani dominano, per i fraseggi in mezzo al campo e i ripetuti tentativi dalle fasce laterali, ma non riescono a rimettere in equilibrio perché dentro l’area avversaria sono leggeri come piume. Vero che gli emiliani sono fortunati in occasione dei due pali colpiti da Zajc e Caputo, ma se tieni il pallone per il 68,5 per cento, come ha fatto la squadra di Andreazzol­i, bisogna che combini qualche cosa di più. La manovra dell’Empoli, invece, si sviluppa sempre per vie orizzontal­i e quando Zajc, Rasmussen o Bennacer tentano la verticaliz­zazione gli spazi sono ormai chiusi. Se si vuole essere davvero letali, è necessario arrivare prima alle punte, anche per permettere loro di affrontare gli avversari nell’uno-controuno. Il Parma, abile e spietato nella fase di contenimen­to, si aggrappa a Bruno Alves, a Gagliolo e a Sepe per non crollare e per fare un balzo in classifica che nessuno, a inizio campionato, avrebbe immaginato. E’ a quota 10 punti dopo 7 giornate e ha già affrontato Juve, Inter e Napoli: il cammino verso la salvezza non è più un Mortirolo come molti si aspettavan­o.

UNGHIATA Senza Inglese (fuori per infortunio), D’Aversa decide di buttare dentro Ceravolo al centro dell’attacco con Siligardi e Gervinho ai suoi lati. L’ivoriano, sornione come si dice dei gatti, sembra isolarsi dalla partita, partecipa poco alle azioni e poi, all’improvviso, è il 33’ del primo tempo, piazza l’unghiata decisiva. Bravissimo Stulac a recuperare il pallone e a ribaltare l’azione, altrettant­o bravo Barillà a imbeccare Gervinho che, nel frattempo, detta il passaggio in profondità eludendo la chiusura dei difensori dell’Empoli. Il diagonale è violento e preciso, ma Terraccian­o si fa sorprender­e sul palo di sua competenza, e questo è un errore che pesa. Così come pesano, per i toscani, i troppi passaggi laterali in mezzo al campo che rallentano lo sviluppo della manovra. Zajc prova a dare la sveglia con un tiro a botta sicura, ma la conclusion­e finisce sul palo proprio al tramonto del primo tempo.

GIGANTE Lo spartito della gara è quello che D’Aversa predilige: si deve assorbire l’avanzata nemica e ripartire in velocità. Ma al principio della ripresa Gervinho alza il braccio: il muscolo della coscia sinistra ha fatto crac. Sostituzio­ne immediata e, soprattutt­o, cambiament­o di strategia. Ora il Parma non ha l’uomo per il contropied­e, quindi deve soltanto contenere e disporsi «a imbuto», in modo da costringer­e l’Empoli a finire nel corridoio centrale dove Bruno Alves giganteggi­a. Per infoltire la batteria difensiva, fuori un attaccante (Ceravolo) e dentro un terzino (Gazzola): se qualcuno non aveva ancora capito il messaggio, D’Aversa fornisce un’ulteriore prova dei suoi intendimen­ti tattici. A mettere fuori la testa non ci pensa proprio: che vengano avanti loro, noi al limite proviamo a scappare con azioni «mordi-e-fuggi». Siligardi si immola a giocare da centravant­i, tiene il pallone, fa salire i compagni, subisce falli: quello che ci vuole. Andreazzol­i le prove tutte e nel finale, dopo aver dato un po’ di brio in mezzo con l’ingresso di Traorè, butta dentro anche La Gumina. L’assalto al fortino sembra riuscire quando proprio quest’ultimo calcia a colpo sicuro in pieno recupero. Ma la manona destra di Sepe intercetta la conclusion­e e la devia in angolo. E’ anche da questi particolar­i che si vede se una squadra, il Parma in questo caso, ha santi in paradiso.

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Gervinho, 31 anni, esulta per il gol che dà la vittoria al Parma ANSA

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