Super Gervinho abbatte l’Empoli Parma in paradiso
●L’ivoriano segna ancora ma esce per infortunio Emiliani in zona Europa, toscani sempre più giù
Una sgommata di Gervinho e poi su il muro. Così il Parma si sbarazza dell’Empoli in capo a una partita che i toscani dominano, per i fraseggi in mezzo al campo e i ripetuti tentativi dalle fasce laterali, ma non riescono a rimettere in equilibrio perché dentro l’area avversaria sono leggeri come piume. Vero che gli emiliani sono fortunati in occasione dei due pali colpiti da Zajc e Caputo, ma se tieni il pallone per il 68,5 per cento, come ha fatto la squadra di Andreazzoli, bisogna che combini qualche cosa di più. La manovra dell’Empoli, invece, si sviluppa sempre per vie orizzontali e quando Zajc, Rasmussen o Bennacer tentano la verticalizzazione gli spazi sono ormai chiusi. Se si vuole essere davvero letali, è necessario arrivare prima alle punte, anche per permettere loro di affrontare gli avversari nell’uno-controuno. Il Parma, abile e spietato nella fase di contenimento, si aggrappa a Bruno Alves, a Gagliolo e a Sepe per non crollare e per fare un balzo in classifica che nessuno, a inizio campionato, avrebbe immaginato. E’ a quota 10 punti dopo 7 giornate e ha già affrontato Juve, Inter e Napoli: il cammino verso la salvezza non è più un Mortirolo come molti si aspettavano.
UNGHIATA Senza Inglese (fuori per infortunio), D’Aversa decide di buttare dentro Ceravolo al centro dell’attacco con Siligardi e Gervinho ai suoi lati. L’ivoriano, sornione come si dice dei gatti, sembra isolarsi dalla partita, partecipa poco alle azioni e poi, all’improvviso, è il 33’ del primo tempo, piazza l’unghiata decisiva. Bravissimo Stulac a recuperare il pallone e a ribaltare l’azione, altrettanto bravo Barillà a imbeccare Gervinho che, nel frattempo, detta il passaggio in profondità eludendo la chiusura dei difensori dell’Empoli. Il diagonale è violento e preciso, ma Terracciano si fa sorprendere sul palo di sua competenza, e questo è un errore che pesa. Così come pesano, per i toscani, i troppi passaggi laterali in mezzo al campo che rallentano lo sviluppo della manovra. Zajc prova a dare la sveglia con un tiro a botta sicura, ma la conclusione finisce sul palo proprio al tramonto del primo tempo.
GIGANTE Lo spartito della gara è quello che D’Aversa predilige: si deve assorbire l’avanzata nemica e ripartire in velocità. Ma al principio della ripresa Gervinho alza il braccio: il muscolo della coscia sinistra ha fatto crac. Sostituzione immediata e, soprattutto, cambiamento di strategia. Ora il Parma non ha l’uomo per il contropiede, quindi deve soltanto contenere e disporsi «a imbuto», in modo da costringere l’Empoli a finire nel corridoio centrale dove Bruno Alves giganteggia. Per infoltire la batteria difensiva, fuori un attaccante (Ceravolo) e dentro un terzino (Gazzola): se qualcuno non aveva ancora capito il messaggio, D’Aversa fornisce un’ulteriore prova dei suoi intendimenti tattici. A mettere fuori la testa non ci pensa proprio: che vengano avanti loro, noi al limite proviamo a scappare con azioni «mordi-e-fuggi». Siligardi si immola a giocare da centravanti, tiene il pallone, fa salire i compagni, subisce falli: quello che ci vuole. Andreazzoli le prove tutte e nel finale, dopo aver dato un po’ di brio in mezzo con l’ingresso di Traorè, butta dentro anche La Gumina. L’assalto al fortino sembra riuscire quando proprio quest’ultimo calcia a colpo sicuro in pieno recupero. Ma la manona destra di Sepe intercetta la conclusione e la devia in angolo. E’ anche da questi particolari che si vede se una squadra, il Parma in questo caso, ha santi in paradiso.