La Gazzetta dello Sport

TATTICA MERCEDES: DOV’È LO SCANDALO?

Al GP di Sochi Bottas ha aiutato Hamilton

- L’ANALISI di PINO ALLIEVI

«Lo devo far passare? Datemi un messaggio chiaro!»: fu questa l’implorazio­ne, velenosa, mandata da Kimi Raikkonen al box della Ferrari, a metà del GP di Germania nel luglio scorso a Hockenheim. Un attimo dopo il finlandese si fece da parte e Sebastian Vettel andò in testa. Ieri Valtteri Bottas ha ricevuto un messaggino sul display: improvvisa­mente ha rallentato e Lewis Hamilton si è potuto lanciare all’attacco di Max Verstappen generando l’ennesimo finto scandalo della F.1 in fatto di giochi di squadra che esistono da sempre, come la stessa Ferrari insegna. Fangio vinse il titolo del 1956 col team che fermò Collins. Surtees divenne campione del mondo nel 1964 ringrazian­do Bandini che buttò fuori pista Graham Hill. Anche Villeneuve, masticando amaro, fece da valletto a Scheckter nel 1979. E vogliamo contare tutte le volte che i vari Irvine, Barrichell­o, Massa sono stati obbligati ad agevolare Schumacher o Alonso? Nessuno scandalo, nessuno stupore: seppure in modo doloroso e amaro, le corse sono queste. I team pagano cifre stratosfer­iche ai piloti affinché difendano gli interessi di squadre che fanno della F.1 un fiore all’occhiello, in quanto i successi significan­o pubblicità, immagine, vendite. Ci sta tutto, basta finirla con l’ipocrisia e i falsi stupori. Ci stava persino l’ordine dato a Barrichell­o di farsi superare da Schumi a Zeltweg nel 2002, anche se l’operazione fu fatta in modo maldestro perché si era alla sesta gara del campionato e Michael ne aveva già vinte 5.

La Mercedes, ieri, non ha fatto nulla di «sporco». Bottas si è dovuto sacrificar­e e non è stato bello, ma siamo sicuri che a pari condizioni, senza un Mondiale in ballo con la Ferrari, avrebbe potuto battere Hamilton? Ma dai! Così come solo in rarissimi casi Schumi e Alonso sono stati messi in difficoltà dai rispettivi compagni. Semmai è vero che la Mercedes, col capolavoro dei due piloti in testa alla prima curva, ha attuato quella strategia a tavolino che avrebbe dovuto mettere in atto la Ferrari a Monza. E aggiungiam­o pure che, se per i ferraristi è stato urticante vedere Bottas che aiutava Hamilton, forse sarebbe stato molto più utile e gradevole se Raikkonen avesse fatto la stessa cosa a favore di Vettel: ma non è successo e diventa ozioso chiedersi il perché. Il resto sono solo parole che nascondono il disappunto per una rossa che in questa stagione non ha saputo capitalizz­are la superiorit­à di tante gare. Errori che oggi pesano, che obbligano a guardarsi dentro e ad analizzarn­e le cause. Esercizio imbarazzan­te, con una gara che incombe già domenica prossima a Suzuka, ma indispensa­bile e imprescind­ibile.

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