La Gazzetta dello Sport

L’ITALIA CI È PIACIUTA E HA TROVATO IL FUTURO

- Di LUCA GIALANELLA

Davide Cassani è come il c.t. della Nazionale di calcio. Siamo 60 milioni di tecnici, e ognuno ha la propria ricetta. Questo di Innsbruck era un tracciato che, fino al 19 luglio, sarebbe stato il trampolino di lancio di Nibali verso la maglia iridata. In due mesi, tra i dolori del siciliano e i problemi di condizione di Aru, il tecnico romagnolo si è dovuto inventare un nuovo assetto di squadra. Oggi torna in Italia con la consacrazi­one di Gianni Moscon, talento di 24 anni, quinto al secondo Mondiale. Dopo il 5° di Nizzolo a Doha 2016 e il 4° di Trentin a Bergen nel 2017, la strada è giusta. Anche se l’intervallo di 11 anni senza successi (e podi) diventa il secondo più lungo di sempre dopo quello tra 1932 e 1953.

Gli azzurri hanno corso come dovevano. Coperti per tre/quarti di gara, perché la salita di Igls (8 km al 5,7% medio) nelle gambe dei profession­isti diventa una strada comunque veloce. Tanto che, all’ultima delle sette scalate, in gruppo ci sono ancora 68 corridori! Il «centrocamp­o» azzurro regge benissimo la mischia: Caruso, De Marchi, Brambilla e Cataldo generosi e impeccabil­i. Pellizotti fa il suo. Manca invece Pozzovivo, ed è grave per quanto aveva mostrato in allenament­o: doveva essere una pedina chiave sul Muro al 28%. Vale per tutti i corridori da grandi giri: la gestione di una classica non è per niente facile.

Nibali si è spento dopo 235 km, a 3 km dalla vetta di Igls, e comunque ha fatto un miracolo. Noi, davanti alla tv, non sapevamo che aveva già parlato con Cassani e dato il via libera a Moscon: il ritmo che avevamo imposto in salita a quel punto serviva per scremare il gruppo e proporre un’azione di Gianni. Cosa che è avvenuta nella discesa, quando è stato pronto a inserirsi nella scia di Rui Costa, Pinot e Valgren.

Il futuro è di Moscon, che nei 2800 metri di Muro ha messo un mattone sul quale costruirà la sua carriera. Gianni si è superato, e ha zittito quanti storcevano il naso solo a sentirne il nome. In tre stagioni da pro’, è già arrivato 5° alla Roubaix, 3° al Lombardia e 5° al Mondiale. Il ragazzo della Val di Non ha le spalle larghe.

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