La Gazzetta dello Sport

«Il Triplete all’italiana? Sarebbe una magia...»

●Il serbo protagonis­ta: «Per l’Eurolega invece bisogna fare un passo alla volta Importante stare a livello dei migliori»

- Andrea Tosi INVIATO A BRESCIA

Vlado Micov festeggia la sua seconda Supercoppa italiana e il titolo di Mvp con la sua solita aria flemmatica. Non fa proclami, è sempre in controllo, nel gioco e nelle parole. Il ruolo di leader silenzioso gli va a pennello anche se stavolta gli toccano i riflettori in sala stampa: «Abbiamo iniziato bene la stagione portando a casa il primo trofeo – attacca il jolly serbo –. È il migliore viatico per entrare nel clima del campionato e dell’Eurolega. La finale ha detto che siamo ancora i più forti ma Torino ci ha messo in difficoltà. Non è stato facile affrontare un squadra così atipica come quella di coach Brown, formata da giovani che corrono tanto e fanno bene il contropied­e. Alla fine ha prevalso in nostro sistema. Troppi tiri da tre? Molti erano aperti e dovevamo prenderli. In Europa, soprattutt­o contro i grandi club, devi prendere quello che la difesa avversaria ti concede». Micov, fisico da ala alta e cervello da play («era il ruolo che coprivo da ragazzo, poi sono cresciuto molto in altezza e mi hanno spostato più vicino a canestro»), 33 anni senza sentirli («per fortuna in carriera non ho mai subìto infortuni importanti»), una carriera spesa lungo le strade di mezza Europa, in questa Milano è l’equilibrat­ore che media il gioco sul perimetro e quello dentro l’area anche se adesso la sua vocazione è tirare e segnare da trepunti con la freddezza del chirurgo che opera a cuore aperto. «Già da ragazzo mi chiamavano “iceman”, uomo di ghiaccio, perché in campo non lascio trasparire emozioni. Mi sono ispirato a Dejan Bodiroga, il mio modello. Lui giocava 5 posizioni, il basket totale che piace a me, con la stessa efficienza».

PARAGONE Con lui e con i nuovi acquisti l’AX punta a fare il salto di qualità in Europa perché i successi in Italia sembrano scontati, come succede alla Juventus nel calcio. «Piano, il paragone ancora un regge perché la Juve in Serie A ammazza il campionato perdendo pochissime partite mentre noi l’anno scorso ne abbiamo lasciate 10, un’enormità – continua l’ex canturino che in carriera ha frequentat­o piazze nobili come Vitoria, Cska Mosca e Galatasara­y –. Perciò siamo finiti secondi nella stagione regolare. Ecco, tanto per cominciare i nostri obiettivi sono migliorare il record in campionato e riscattare la brutta figura nella Coppa Italia 2017. Sarebbe magico realizzare il triplete dei titoli italiani, un’impresa che mai compiuta dal club. Certo, conosco la storia: l’Olimpia dei grandi McAdoo-D’Antoni-Meneghin fece il Grande Slam. Ma parliamo di 30 anni fa. Sono cambiati i tempi. La scalata in Eurolega deve avvenire facendo uno step alla volta, ricordiamo­ci che veniamo dal penultimo posto. Per noi sarebbe importante giocare al livello delle migliori. L’anno scorso a tratti ci siamo riusciti ma un po’ per gli infortuni e molto per mancanza di esperienza ad alto livello di molti giocatori non abbiamo avuto continuità. Quest’anno siamo più competitiv­i ed esperti». Micov ha vinto l’Eurocup, invece l’Eurolega lo ha sempre respinto. «Ci terrei a vincerla con Milano dove spero di chiudere la carriera. Il contratto è in scadenza ma qui sono mi sono ambientato benissimo. Inoltre sono da anni tifoso interista: Dejan Stankovic mi ha fatto diventare nerazzurro» Per noi uno come «iceman» Micov andrebbe firmato a vita.

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CIAM Vlado Micov, 33 anni, seconda stagione in maglia Olimpia

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