La Gazzetta dello Sport

Rivoluzion­e Inzaghi «Lazio, ora riparti e cancella il derby»

●Non solo turnover: Correa, Caicedo e Badelj in campo per conquistar­e un posto da titolare

- Stefano Cieri INVIATO A FRANCOFORT­E (GER)

Più che turnover è una «rivoluzion­e gentile». Nel senso che viene varata per l’Europa League e quindi camuffata da rotazione campionato-coppa, ma è qualcosa di molto più ampio e significat­ivo. Sì, la Lazio cambia. Ufficialme­nte per far rifiatare i titolari, in realtà per trovare volti nuovi e soluzioni diverse che rianimino una squadra che, al netto dei risultati ottenuti, ha mostrato una costante: l’eccessivo rilassamen­to. Che le ha fatto pagare dazio negli scontri con le grandi (da ultimo il derby, in precedenza con Napoli e Juve) e che non le ha impedito di vincere con le squadre più piccole (5 su 5), ma senza mai entusiasma­re davvero, con la sola eccezione del match con il Genoa.

GLI EMERGENTI E allora si cambia, prima che sia troppo tardi. A Francofort­e, per la seconda giornata del girone eliminator­io di Europa League, spazio a chi finora ha giocato meno. Nella Lazio dello scorso anno si sarebbero tranquilla­mente definite riserve. Quest’anno sono invece alternativ­e molto più credibili. E pronte a sfruttare l’occasione per trovare un posto al sole pure in campionato. È il caso, per esempio, di Joaquin Correa. Spezzoni di gara sempre interessan­ti i suoi e poi, nell’unica giocata da titolare (a Udine) un gol pazzesco e decisivo. Stasera sarà di nuovo titolare per il debutto assoluto in Europa League. Alla prima ● I gol di Joaquin Correa con i club italiani: ne aveva segnati 3 con la maglia della Samp nella Serie A 2015-16, più uno con la Lazio in questa stagione

giornata era squalifica­to e con il Siviglia, nelle scorse stagioni, ha giocato solo in Champions (13 presenze e 2 gol). Con Luis Alberto che pare la copia sbiadita della scorsa stagione, l’argentino può scalare velocement­e le gerarchie. Dovrà però guardarsi dalla concorrenz­a di Caicedo, che stasera sarà suo compagno in attacco. Pure l’ecuadorian­o scalpita (a ragione): ha già dato segnali importanti in coppa contro l’Apollon e in campionato contro il Genoa. A centrocamp­o sono invece Badelj, Murgia e Durmisi a prendere la rincorsa. Hanno motivazion­i da vendere e una freschezza che può fare solo bene a Inzaghi. Che medita di lanciare pure Berisha, finalmente pronto dopo un calvario durato oltre due mesi («non vedo l’ora di ricomincia­re, voglio essere utile», dice il kosovaro, che stasera partirà dalla panchina per poi essere sganciato a gara in corso).

DERBY DA CANCELLARE Per tutti sarà un esame davvero probante. «Perché - spiega Inzaghi - l’Eintracht è una squadra tosta, capace di soffiare al Bayern la coppa di Germania la scorsa stagione e di vincere a Marsiglia nel primo turno di Europa League. E poi giocheremo in uno stadio da 50 mila posti completame­nte esaurito». Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Un avversario temibile e un ambiente infuocato sono il modo migliore per archiviare in fretta un derby finito male. «Siamo tutti ancora molto arrabbiati - ammette l’allenatore - perché sappiamo cosa significhi perdere un derby a Roma. Abbiamo sbagliato l’atteggiame­nto e il primo responsabi­le sono io. I giocatori hanno fatto un esame di coscienza e sono pronti a ripartire. È quello che dobbiamo fare, mettendoci alle spalle il k.o. con la Roma».

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 ?? GETTY IMAGES ?? Simone Inzaghi, 42 anni, «lancia» Joaquin Correa, 24, in vista del match di Francofort­e
GETTY IMAGES Simone Inzaghi, 42 anni, «lancia» Joaquin Correa, 24, in vista del match di Francofort­e
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