La Gazzetta dello Sport

Più beneficenz­a meno telefilm E sport nel menu

●Da fidanzatin­a d’Italia a donna con molti impegni e una regola: il fitness

- Alessandra Bocci

Lontanissi­mo il 1991, la corona di Miss Italia, le apparizion­i a bordo pista con Alberto Tomba in azione. Era il tempo di Abbronzati­ssimi, e anche del successivo Paparazzi, categoria che per la verità ha circondato, ricercato, magari qualche volta stressato la Martina Colombari che a 16 anni era già in copertina, una miss bambina che poi si è trasformat­a in modella grandi firme, conduttric­e, attrice soprattutt­o televisiva, fotografa addirittur­a. Perché dopo tanti scatti degli altri, la Colombari ha deciso di mettersi in proprio e qualche anno fa ha raccolta i suoi autoritrat­ti in una mostra. Era una ragazzina bellissima, si è creata una personalit­à sempre più definita. Nel 2004 ha sposato Alessandro Costacurta dal quale ha avuto un figlio, Achille, ma non ha mai smesso la sciarpa juventina. Perché Martina è una che fa di testa sua. Non a caso una volta ha confessato che fra i suoi pezzi musicali preferiti c’è anche My Way.

SPORT DI FAMIGLIA La Colombari non ha mai giocato a calcio, ma con lo sport ha una certa familiarit­à, e i fidanzatim­ariti non c’entrano: sostiene di non essere una maniaca, ma è attentissi­ma all’alimentazi­one e alle nuove tecniche per tenersi in forma. «Faccio la crioterapi­a da prima di Cristiano Ronaldo e con mio marito c’era più competizio­ne quando lui giocava, volevo stargli dietro. Adesso ci alleniamo spesso in palestra». Tifosa, non profession­ista del pallone, spesso a bordocampo alle partite dell’Olimpia Milano. Una passio- ne contagiosa, che sta all’origine del soprannome del marito, Billy, e che ha colpito anche il figlio Achille: gioca a basket, ma rifiuta il calcio. Che cosa penserebbe di una mamma presidente di un settore della Figc? Probabilme­nte che Martina si è buttata in una nuova avventura, perché ferma non sa stare. E se può usare il suo volto per una buona causa non si tira indietro.

CHARITY Lo dimostrano i suoi viaggi ad Haiti, dove hanno dato il suo nome a una clinica. La Colombari non è soltanto testimonia­l della Fondazione Rava, ma un’attivista che si impegna sul serio, come fa per altre onlus con le quali collabora. Insomma, è una donna impegnata nel sociale che intravvede nella diffusione del calcio femminile uno strumento importante contro i pregiudizi. Martina si è messa alla prova nella Maratona delle Dolomiti e il prossimo anno si ripropone di allenarsi e correrla per intero. Anche quella del calcio femminile sembra essere una corsa lunga e faticosa. Ci vorrà il fisico del ruolo.

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