Altro che Bayern Un Lewandowski ha scelto Teramo «I gol? Io li evito»
●«Io e Robert parenti? Me lo chiedono tutti Adoro l’Italia, pensare che volevo fuggire»
Lewandowski si è fermato a Teramo. Meno «glam» di Monaco di Baviera, più «cool» del Bayern: una scelta di vita. E l’inno della Champions se lo farà produrre su ordinazione dalle campane della città. Un viaggio onirico. Ora apriamo gli occhi e leggiamo meglio: il Lewandowski abruzzese è Michal e non Robert, di professione fa il portiere e non l’attaccante. Classe 1996, decisamente più giovane della stella del Bayern, è il titolare del Teramo inserito nel Girone B della Serie C.
Quante volte le hanno chiesto se siete parenti?
«Sempre, ho smesso di contarle (sorride, ndr), ma non siamo parenti. Non mi ha mai infastidito, anzi. Con questa scusa mi sono imposto che voglio diventare più famoso di lui».
Ma vi siete mai conosciuti?
«L’ho visto giocare da vicino una volta: lui era con la nazionale maggiore, io con l’Under».
Teramo può essere meglio di Monaco di Baviera per certi aspetti, anche se la vittoria non arriva: 3 pari e una sconfitta...
«Si tratta anche di sfortuna, nelle prime quattro partite siamo andati vicini al successo. E poi è anche una questione di testa, appena accadrà, cambierà l’aria intorno a noi per sgombrarci la mente».
Difficile come situazione?
«Sono un freddo di natura, non sento la pressione e non fa differenza affrontare un avversario più o meno forte di noi».
Lei è arrivato in Italia nel 2014, a Crotone, aveva 18 anni: è stata difficile?
«Tantissimo, ero solo e non conoscevo l’italiano. Diverse volte ho pensato di tornare in Polonia, ma riflettevo che ci sono così tanti polacchi desiderosi di giocare qui, sarebbe stato sciocco rinunciare. Ho tenuto duro, ho imparato l’italiano parlando con i compagni, arrangiandomi da solo».
Chi l’ha aiutata?
«A Crotone c’era un magazziniere polacco, mi è stato utilissimo. Però volevo fortemente imparare la lingua per cavarmela da solo».
È originario di Mielec, città natale di Grzegorz Lato, uno dei più forti giocatori polacchi di sempre...
«Sono cresciuto proprio nella scuola calcio intitolata a lui. Ho sempre giocato nel Mielec e all’inizio mi facevano fare il difensore centrale. Io volevo fare il portiere, ma eravamo in troppi a volerlo fare. Così solo dopo qualche tempo, quando sono cresciuto più dei coetanei, mi hanno accontentato».
Quindi il Crotone la nota con le giovanili della Polonia?
«Sì, arrivo in Calabria senza sapere nemmeno dove fosse e mi rompo lo scafoide della mano sinistra. Dopo un anno fermo, mi chiama Pino Tortora ad Avezzano dove insieme con il preparatore Giancarlo Petrocco riparto e faccio un buon campionato».
E lì spunta il Teramo?
«Li ringrazierò sempre per aver creduto in me e ringrazio anche tutti gli allenatori avuti in Italia. Ho sempre vissuto da solo, ora spero che mi raggiunga la fidanzata Paula: sarebbe il completamento perfetto». The Champioooooooons...