La Gazzetta dello Sport

Dittatura Juve, Udinese k.o.

●Apre Bentancur, chiude CR7: ottava vittoria consecutiv­a in campionato per la squadra di Allegri che neanche in Champions conosce frenate

- Sebastiano Vernazza INVIATO A UDINE @SebVernazz­a

Ela Juve va, senza freni né ostacoli, decima vittoria su dieci partite tra campionato e Champions, otto in Serie A e due in Europa. Non era mai successo prima che la Signora all’inizio di stagione facesse dieci su dieci. Una squadra macina-record, questa dell’anno quinto dell’era Allegri. Nel suo «tour» in giro per la provincia italiana la Juventus non gioca, si esibisce, mostra agli umani la sua potenza, semina rassegnazi­one e raccoglie punti. Lascia che gli avversari si rinchiudan­o, li illude che possano colpire in contropied­e e quando decide che è il momento di imporre la superiore cilindrata, accelera e fugge via. Chi aveva dubbi sulla tenuta psico-caratteria­le di Ronaldo ha ricevuto una risposta chiara: asseritame­nte no, CR7 in campo non si lascia condiziona­re da niente e nessuno.

IL DANNO E LA BEFFA L’Udinese si è da subito rinserrata negli ultimi 30-40 metri, con nove uomini di movimento sotto palla. La strategia pugilistic­a del «rannicchia­mento» alle corde, con la guardia alta a proteggere il volto. Verso la mezz’ora si è caduti preda del solito inganno, si pensava che sì, forse il fortino di Velazquez avrebbe retto fino all’intervallo, ma la smentita a tali premature riflession­i è arrivata in tempo reale, sotto forma di una ripartenza innescata da Szczesny, portata avanti da Ronaldo e Dybala e rifinita da Cancelo per Bentancur. Azione esemplare nello sviluppo prima verticale (Ronaldo-Dybala) e poi angolare (Cancelo) e massima dimostrazi­one di cinismo, perché l’Udinese assediata, che lavorava per colpire in contropied­e, è stata punita su un contrattac­co avviato dal portiere: il danno e la beffa. A stretto giro di orologio, il raddoppio di CR7, uno sfoggio di tecnica e potenza, il tiro come dovrebbe essere, un gesto tecnico da far vedere ai ragazzi fino allo sfinimento.

MINIMA COLPA Se la Juve ha avuto una minima colpa, è stata quella di non andare oltre il 2-0 e di lasciare all’Udinese la chimera del golletto della riapertura del risultato. Lo 0-3 non è arrivato un po’ per la bravura di Scuffet, strepitoso per riflessi in quattro occasioni, e un po’ per la benevolenz­a degli attaccanti bianconeri, che non hanno infierito. Ronaldo ha goduto della palla della doppietta, una sorta di rigore in movimento, ma non ha angolato a dovere. L’Udinese non è rimasta a guardare, ha scheggiato un palo con Barak, si è mangiata una rete con Lasagna, ci ha provato con Pussetto e con Barak. Lasagna a parte, tre tentativi da fuori, segno che nell’area bianconera non si insinuavan­o né correnti né spifferi. Bonucci e Chiellini hanno rimbalzato Lasagna e chiunque altro osasse avvicinars­i, una prova di potenza difensiva nel contesto di un mostruoso potenziale offensivo. La partita è stata elementare per svolgiment­o e lettura, ha vinto la legge del più forte. In svantaggio di due gol Velazquez ha cambiato la formula, è passato dal 4-1-4-1 al 4-2-3-1 e da ultimo al 4-4-2: tentativi formali, niente che abbia intralciat­o la navigazion­e juventina. Non c’è tattica oggi che possa fermare la capolista, casomai si potrebbe tentare con un cambio di atteggiame­nto. Cercansi volontari, probabili suicidi, disposti ad aggredire la Juve per lasciarla un minimo interdetta. Siamo ai confini della realtà. È difficile oggi immaginare che qualcuno in Italia possa inceppare gli ingranaggi della Juve. Forse l’Inter, perché ha una struttura che in qualche modo replica la fisicità juventina, però sono discorsi ipotetici e in ogni caso Juve-Inter è molto in là nel calendario, tra due mesi, il 7 dicembre, quando la Signora potrebbe disporre di un vantaggio tale per cui una frenata non cambierebb­e il panorama. Troppo forti, per parafrasar­e il titolo di un vecchio film di Carlo Verdone. In Serie A non le vinceranno tutte, ma possono andarci vicino. Lasciate ogni speranza voi che inseguite, la possibilit­à è una sola: che la Juve decida di farsi male da sola, che si aggredisca da sé, preda di una crisi auto-immune. Oggi in Italia soltanto la Juve può fare opposizion­e alla Juve.

>Esibizione Juve: mostra agli umani la sua potenza, semina rassegnazi­one...

I friulani limitano i danni grazie alle parate di Scuffet e alla «benevolenz­a» dei torinesi...

 ??  ?? L’uruguaiano Rodrigo Bentancur anticipa anche Cristiano Ronaldo e di testa, su cross di Cancelo, segna il primo gol della Juventus AP
L’uruguaiano Rodrigo Bentancur anticipa anche Cristiano Ronaldo e di testa, su cross di Cancelo, segna il primo gol della Juventus AP

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy