La Gazzetta dello Sport

Inter ora metti la sesta

Spalletti vuole allungare la serie «A Ferrara sentirò l’inno Champions» ●Il tecnico, grandi motivazion­i e le 5 vittorie di fila: «Vediamo se è cambiata la mentalità»

- Vincenzo D’Angelo

INVIATO A APPIANO GENTILE (CO)

Le serie positive non danno il reale valore di un lungo cammino, ma la giusta luce per analizzare a fondo un certo momento. Da Ferrara a Ferrara, un anno dopo l’Inter cerca di allungare la miglior striscia di vittorie dell’era Spalletti proprio dove nello scorso campionato sembrò buttar via ogni speranza di grande Europa, con la settima partita consecutiv­a senza vittorie. Certo, il confronto oggi è diverso e tiene conto delle due vittorie in Champions. Ma è in dubbio che nelle ultime tre settimane l’Inter abbia cambiato marcia, acquistand­o sicurezza e consapevol­ezza da big. Questione di testa, soprattutt­o. E allora Luciano Spalletti vuole cavalcare l’onda come tante volte è stato capace in passato. In Serie A la sua miglior striscia resta quella vissuta con la Roma da dicembre 2005 a febbraio 2006: undici vittorie che stravolser­o la classifica e le ambizioni gialloross­e. Tenendo conto invece del mix coppa-campionato Spalletti ha fatto meglio di oggi addirittur­a 10 volte. La miglior striscia con lo Zenit: 10 vittore (8 in campionato e 2 due in Coppa di Russia) nel 2010. Guai però a sottovalut­are la Spal o a sbagliare l’approccio: «Per quanto mi riguarda ascolterò la musichetta della Champions pure a Ferrara — ha detto Spalletti —. Se qualcuno non la sente, può metterla sul telefonino per farla squillare...».

MENTALITÀ

Dietro le cinque vittorie consecutiv­e c’è una squadra che si è guardata negli occhi e ha svoltato. Questione di mentalità, finalmente vincente. Perché il salto di qualità l’Inter lo ha fatto a livello di consapevol­ezza: ora la squadra resta dentro la partita per 90’, non crolla al primo cazzotto ma reagisce. E resta equilibrat­a. «Vedremo se questa mentalità che abbiamo evidenziat­o è a pelle o sotto pelle – ha annunciato Spalletti —. Se è a pelle, c’è il rischio che dopo un paio di docce vada via; se è sotto pelle, allora ci rimarrà addosso». Perché al centro di tutto c’è sempre l’Inter. Non il singolo, non l’allenatore. Una comunione d’intenti, di senso di appartenen­za. Perché per dirla alla Spalletti «in campo alla fine ci va sempre l’Inter e bisogna avere un comportame­nto da Inter».

ALTA QUALITÀ

Gli ingredient­i da grande squadra adesso ci sono tutti. Anche una rosa lunga e all’altezza dei tanti impegni. I famosi 22 titolari che chiedeva Spalletti, che è tornato a fare i compliment­i alla società «bravissima sul mercato» e a pungolare l’orgoglio dei suoi. «Non mi piace sentire discorsi di turnover. Qui per me sono tutti titolari. Poi, che giochi uno oppure l’altro lo decido io». Ma la seduta motivazion­ale non è certo finita qui. Perché per continuare a vincere e alzare l’asticella non va mai staccata la spina. «Sono convinto di avere a che fare con persone che pensano in maniera corretta. È capitato di riabbassar­e il livello di tensione e qualità di gioco di partita in partita — ha analizzato Luciano —. Ci sarà da mantenere le qualità ottenuta con queste vittorie. Ma sono sicuro che la squadra sarà pronta dal punto di vista mentale. Dobbiamo completare questo periodo e chiudere con una grande prova». Mettendo tutti l’inno della Champions come suoneria del telefono per farlo squillare in pullman. Per una volta non ci sarebbe il rischio multa.

da 39 milioni di euro complessiv­i, è in grado di giocare in tutte le posizioni dell’attacco: Spalletti si è innamorato di lui nel famoso derby del 30 aprile 2017 in cui da centravant­i Keita polverizzò la difesa della Roma; ma all’Inter la sua capacità di fare l’unica boa davanti non si è vista. A Bologna non ha demeritato, però ha sciupato un paio di occasioni più che invitanti e il suo voto è crollato; contro il Parma non ha azzeccato nulla, è sembrato molto lento e all’intervallo ha lasciato spazio a capitan Icardi. Poi, per il resto, spezzoni di partita, con qualcosa di buono ma anche una discussion­e con Spalletti dopo la vittoria con la Fiorentina per alcuni movimenti non piaciuti troppo all’allenatore.

CHANCE

Ecco perché ritrovare la fascia sinistra stasera contro lo Spal potrebbe essere la medicina giusta per ridare ossigeno ai suoi numeri (finora per lui solo 6 tiri, di cui uno nello specchio): Keita farà reparto con Nainggolan e Candreva (in vantaggio su Perisic) e sarà un importante jolly alle spalle di Maurito. Servirà ritrovare la velocità che l’ha fatto conoscere, servirà saltare l’uomo come ha dimostrato di saper fare, servirà una serata decisament­e migliore delle ultime per poter guadagnare punti, magari anche segnando. Beh, una cosa è certa: la cooperativ­a del gol Inter adesso aspetta soltanto lui.

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Keita Balde, 23 anni, insieme con Luciano Spalletti, 59 GETTY
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