Berlusconi, ultimo atto: Barbara saluta la Fondazione
La fine dell’impero è datata indelebilmente 13 aprile 2017, ma in fondo l’ultimissimo atto della famiglia Berlusconi in rossonero è stato scritto ieri: Barbara Berlusconi lascia la presidenza di Fondazione Milan, la onlus della società, e di fatto cancella l’unica traccia che ancora teneva in qualche modo legato il cognome di Silvio al suo amato club. Il ruolo le era stato conservato da Li Yonghong dopo il closing per «mantenere una relazione anche formale con la vecchia proprietà», aveva spiegato l’ex a.d. Fassone. In altre parole un segnale di continuità – anche solo in maniera simbolica – con la gestione vincente della casata di Arcore. Ora all’orizzonte per BB c’è una nuova avventura professionale non solo lontana dal Milan, ma da quel mondo del calcio che in qualche modo l’ha sedotta e abbandonata.
LE PAROLE Una scelta maturata dopo l’ultimo cambio di proprietà, come ha spiegato lei stessa: «In considerazione del mutato assetto societario che prevede un nuovo a.d., che non ho il piacere di conoscere, mi pare doveroso rimettere il mio mandato alla nuova dirigenza perché possa operare le scelte che ritiene anche per la guida della onlus rossonera. Inoltre nuovi progetti lavorativi, che saranno presentati nel 2019 e a cui sto lavorando, mi impediscono di dedicare alla Fondazione il tempo che vorrei. Desidero rivolgere un grande in bocca al lupo a Ivan Gazidis, un a.d. moderno, che credo sia la figura giusta per guidare il Milan del futuro. Ringrazio Paolo Scaroni, che conosco e stimo, per questi mesi di collaborazione comune».
CASA MILAN Barbara ha scritto alcune pagine di storia rossonera non certo solo per il fatto di essere «la figlia di». Il progetto di Casa Milan, attuale sede del club, porta la sua ferma volontà e la sua firma. Il sogno, poi infranto, era quello di collocarci uno stadio di proprietà davanti. E sarà ricordata anche per aver condiviso il ruolo di a.d. con Galliani. Una convivenza molto complicata, per ammissione di entrambi, ideata da Silvio per non fare torti a una figlia e all’amico di sempre. Ora si chiude anche l’ultima pagina: di Berlusconi si parlerà – forse – soltanto a Monza.