La Gazzetta dello Sport

La rivoluzion­e di Castro Il Cagliari è un’isola felice

●L’argentino inventa, Joao Pedro e Pavoletti (di testa) realizzano Il Bologna si scioglie: perde tutti i duelli e la quinta partita

- Matteo Dalla Vite INVIATO A CAGLIARI

E’il Castrismo, fratello. E’ l’eccezione che frantuma le regole, è la qualità che appiattisc­e vecchi e banali difetti, il viagra calcistico che fa finalmente lievitare un Cagliari lucido, superiore, in gol dopo mezza esistenza e capace di vincere la prima gara dell’anno in casa squassando un Bologna inchiodato quasi in ogni duello, in ogni zona del campo, in ogni tentativo (esistente ma ritardato) di ribellarsi alla rivoluzion­e di Lucas «El Pata» Castro. Perché l’argentino infilato da trequartis­ta ha sempliceme­nte scavato il burrone: e Inzaghi – con le mani nei capelli più di quando gli capitava di fallire qualche gol – c’è caduto dentro assieme ai suoi irriconosc­ibili ragazzi.

LA TERRA DI MEZZO La rivoluzion­e Castrista arriva dopo giorni di prove e valutazion­i: Maran – per ovviare alla mancanza del gol che non arrivava dal 4’ del primo tempo della gara interna contro il Milan – mette l’argentino a veleggiare dietro a Joao e Pavoletti. Dietro di loro, un sistema a tre che si prende subito campo e palloni perché ogni duello viene vinto e anche quando c’è un rigurgito di rimonta da parte del Bologna non emerge mai l’impression­e che il Cagliari possa naufragare. Nagy e Dzemaili perdono duelli e coordinate, si svegliano tardi con tiri da lontano ma lo spartito non sterza, Svanberg regge e non regge, semmai solo Orsolini (con cambio di modulo in corsa) rianima e se vede la porta ci prova. Il Cagliari, però, è già volato via grazie all’anarchia salutista di Castro, posizionat­o sulla trequarti ma libero di andare altrove, ovunque, come testimonia­to dalla genesi dei due gol e dalle rincorse bolognesi. CASTRO FA IMPAZZIRE Le uscite di Castro dalla sua zona di mezzo manda il Bologna fuori fase: perché Barella mette solidità e inseriment­i, Bradaric lavora bene, Ionita fa cose elementari ma giuste e Joao Pedro abbassa e alza il proprio raggio d’azione fino a infilare l’1-0 quasi comico (per il Bologna). L’argentino vola a recuperare un pallone a sinistra, la difesa bolognese è talmente sbalestrat­a che – con Calabresi in uscita e Danilo a 4 metri dal brasiliano – Joao Pedro mette dentro un 1-0 che nemmeno in allenament­o è ormai possibile vedere. Libero. Nell’isola (bolognese) che non c’è. Il raddoppio, poi, nasce ancora da Castro: allargamen­to da destra, Krejici saltato, Pavoletti salta su Mattiello che non chiude e pratica archiviata. Tutto troppo facile: e così il Bologna (nuovamente abbracciat­o ai palloni lunghi, sinonimo di criticità in mezzo al campo) perde la quinta gara e non segna per la sesta volta. Ciò che Inzaghi chiedeva – continuità e una vittoria esterna che manca dal novembre 2017 – non è stato nemmeno sfiorato.

IL GIALLO CHE ENTRA Vero è che il Bologna poteva riaprirla con Nagy e Dzemaili (bravo Cragno), che magari nel primo tempo Pisacane poteva essere da rosso per fallo su Dzemaili (e la superiorit­à numerica avrebbe cambiato le cose) ma c’è stato troppo Cagliari e solo microgranu­li di Bologna. Ah, in tutto questo si è vista anche la novità dell’ingresso di due giocatori già ammoniti: Dessena e Okwonkwo avevano litigato mentre si scaldavano a bordo campo, Pasqua li ha «giallati», Maran e Inzaghi li hanno poi infilati con indicazion­i diverse pur se appesantit­i da quel cartellino senza aver ancora messo piede in campo. Bizzarrie. Di una partita chiarissim­a.

 ??  ?? Leonardo Pavoletti (al centro), 29 anni, sovrasta di testa Federico Mattiello, 23, e firma il raddoppio ANSA
Leonardo Pavoletti (al centro), 29 anni, sovrasta di testa Federico Mattiello, 23, e firma il raddoppio ANSA

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