La Gazzetta dello Sport

Milinkovic e Lazio Stesso destino, unica via d’uscita

●Il serbo arranca, come la squadra. Ma Inzaghi punta ancora su di lui per spegnere i segnali di crisi

- Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)

Un bivio chiamato Fiorentina. Sergej Milinkovic ci si ritrovò di fronte già nell’estate di tre anni fa, quando la Viola lo contese a lungo alla Lazio. Il Sergente, alla fine, scelse la squadra biancocele­ste, scusandosi con i dirigenti del club toscano, ma fermamente convinto che quella fosse la decisione giusta. Tre anni dopo, per il tuttocampi­sta serbo ecco un nuovo bivio chiamato Fiorentina. Un incrocio diverso rispetto a quello del 2015, perché qui non si tratta di scegliere tra una squadra e l’altra, ma di indirizzar­e un’annata in un senso o in un altro. E, insieme con l’annata, forse anche una carriera.

SOTTO PRESSIONE Sì, perché la prima fetta di stagione di Milinkovic non è stata affatto positiva. L’uomo-copertina dell’ultimo campionato della Lazio è apparso prima appesantit­o e distratto, quindi ha regalato l’illusione di poter tornare a certi livelli, salvo poi finire nuovamente vittim a di una preoccupan­te ● Le reti realizzate da Sergej Milinkovic con la maglia della Lazio: 18 in campionato, 3 in Coppa Italia e 4 in Europa League involuzion­e. Se all’inizio il suo problema poteva essere soprattutt­o fisico (causa Mondiale, ha iniziato la preparazio­ne solo ai primi di agosto), col passare delle settimane è diventato chiaro come, invece, il suo blocco sia essenzialm­ente psicologic­o. Ma a frenarlo non è il malumore per la mancata cessione a un top club. La scelta di restare in biancocele­ste è stata condivisa da lui e dal suo staff, con tanto di rinnovo contrattua­le a 3 milioni a stagione, appena siglato. Il male oscuro del serbo è piuttosto la difficoltà a reggere la nuova situazione di osservato speciale con cui deve ormai fare i conti. Sta facendo fatica a reggere la pressione di dover sempre essere il numero uno. Una situazione inevitabil­e dopo un’estate trascorsa da «oggetto del desiderio» dei maggiori club europei.

ULTIMA CHIAMATA Per Milinkovic questo è probabilme­nte l’ultimo gradino da salire per passare dallo status di progetto di fuoriclass­e a quello di fuoriclass­e vero e proprio. Che avesse (ancora) qualche problema a reggere l’urto dei fari puntati addosso si era capito già durante il Mondiale. Al quale era arrivato con l’etichetta di possibile star, salvo poi non lasciare tracce significat­ive della sua presenza. «Deve crescere, ma non meritava tutte le critiche che ha ricevuto», lo difende Simone Inzaghi. Che oggi lo conferma titolare contro quella Fiorentina cui segnò il suo primo gol in A (con Pioli sulla panchina laziale). Inzaghi aveva accarezzat­o l’idea di concedergl­i un turno di riposo. Ma gli è bastato guardarlo negli occhi per capire che SMS è pronto a lanciare nuovi messaggi. Ieri il serbo è arrivato a Formello sfrecciand­o a bordo del suo suv colore bordeaux. Aveva il piglio giusto e sembrava di ottimo umore. Segno che vuole ricomincia­re a sfrecciare pure sul campo. Finora ha segnato un solo gol (al Genoa), un bottino troppo magro per quello che è stato il centrocamp­ista che, nella storia della Lazio, ha realizzato più reti in un campionato.

2 5

IL TRIO Per farlo tornare a ruggire, Inzaghi gli piazza davanti i soliti Luis Alberto e Immobile (l’attaccante ha un conto aperto con la Fiorentina: è l'unica squadra di A cui non ha mai segnato). Si ricompone così il trio che ha fatto le fortune biancocele­sti nell’ultima stagione. Nel momento del bisogno Inzaghi a chiede a loro e, più in generale, alla vecchia guardia di tirarlo fuori dai guai. È il bivio stagionale decisivo per Milinkovic. Ma lo è per la Lazio intera. ● I milioni di euro (più bonus) a stagione che il centrocamp­ista serbo guadagnerà dopo aver firmato il rinnovo contrattua­le fino al 2023

3

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy