«Club moderni e meno basket usa e getta»
GIACOMO GALANDA*
Parte un campionato all’insegna del rinnovamento che però non deve perdersi in proclami inattuabili ma perseguire obiettivi ragionevoli. La questione degli italiani, per esempio, non può essere semplificata col tema del minutaggio. Il problema è più ampio e riguarda la catena di montaggio: troppi ragazzi, a cavallo dei 20 anni, vengono trascurati. Non mi aspetto più italiani in campo se quel gap permane. Mi aspetto invece una crescita nella qualità del gioco: più coralità, maggiore organizzazione, * 12 scudetti, 7 coppe campioni, argento olimpico a Mosca 1980 Oro Europeo a Nantes 1983
meno individualismo, più attenzione alla difesa. Quella di oggi è una pallacanestro usa e getta e non va bene. Non è nel nostro stile, bisogna riprendere i concetti che hanno fatto grande la nostra scuola se si vuole tornare a competere anche in Europa.
Al campionato chiedo anche un salto di qualità da parte delle società. Rispetto dei ruoli e delle competenze innanzitutto. E poi strutture al passo con i tempi, il che significa la valorizzazione di tante figure che riguardano i campi più disparati, dal ticketing a quello dei social media, per esempio. Se si vuole ottimizzare il prodotto servono tecnici in campo e fuori. Una grossa mano la sta dando il progetto Eurosport, player digitale che ha confezionato un’offerta a 360 gradi che prima non c’era. Il resto lo dobbiamo fare noi, fornendo qualcosa in più a chi va a vedere le partite. Ovvero infrastrutture di qualità in cui il match diventa il fulcro di un evento corredato da molteplici offerte di intrattenimento. Altrove già lo fanno. Noi non possiamo più rimandare. * Tre scudetti e una Coppa Italia, argento olimpico ad Atene 2004, oro europeo a Parigi 1999