La Gazzetta dello Sport

Yamaha ci sei o ci fai? Valentino risorge in scia a Marquez «Ma aspettiamo»

●>ossi a 11 millesimi dalla pole dello spagnolo con una moto rinata dai guai. Terzo Dovizioso

- Paolo Ianieri INVIATO A BURIRAM (THAILANDIA)

Ma la Yamaha c’è o ci fa? È la domanda che tutti si stanno ponendo in questo weekend che oggi potrebbe completars­i con una improvvisa resurrezio­ne di Iwata, dopo due giorni nei quali Valentino Rossi e Maverick Vinales hanno viaggiato costanteme­nte nelle prime posizioni del gruppo. Veloci non solo sul giro secco, come testimonia­no gli 11 millesimi di ritardo che hanno impedito a Valentino di strappare a Marc Marquez la 50ª pole position della carriera (lo spagnolo, dopo una caduta nelle terze libere, è diventato il primo pilota a conquistar­la transitand­o per la Q1) e il 4° posto di Vinales in agguato alle spalle di Andrea Dovizioso, ma anche sul passo gara.

CERTEZZE E INCOGNITE La fin qui solida prestazion­e dei due piloti Yamaha, con Johann Zarco anche lui non lontanissi­mo, 8° tempo sulla griglia, rappresent­a il bell’arricchime­nto di un fine settimana che ha confermato i due pilastri sui cui si regge questo Mondiale, leggi Marquez e Dovizioso, con Andrea primo in tutte le sessioni di libere e poi finito in qualifica a 139 millesimi dal leader iridato. «Se vorranno, Marquez e Dovizioso ci possono dare mezza pista, hanno in tasca almeno tre decimi rispetto a tutti gli altri», è l’analisi di Andrea Iannone, membro del gruppetto bello folto completato dai due piloti Yamaha, Danilo Petrucci e Cal Crutchlow che oggi proveranno a giocarsi un gradino del podio in una gara aperta a mille variabili a causa del caldo torrido che potrebbe influire sia sulla tenuta delle gomme, sia sulla resistenza fisica dei piloti. «Non sto scherzando, ma io qui sto bevendo 10 litri di acqua al giorno, sudo tutto il tempo — confessa Petrucci, deluso per un 9° posto frutto di troppi errori dopo avere sempre mostrato un passo da prime due file —. Per la gara sono un po’ preoccupat­o, la risposta del fisico nel finale è qualcosa che non puoi sottovalut­are».

SORPRESA In un debutto entusiasti­co per la MotoGP in Thailandia — 65 mila spettatori ieri per le qualifiche, gli organizzat­ori ne aspettano oltre 100mila oggi per una giornata che potrebbe regalare grandi gioie all’Italia, dopo che nella notte Marco Bezzecchi e Lorenzo Baldassarr­i sono scattati dalla pole in Moto3 e Moto2 —, la grande curiosità è quella di capire se l’ennesimo duello della stagione Honda-Ducati si arricchirà dell’entrata in scena della Yamaha. Che dopo avere vissuto nel weekend di Aragon una delle peggiori qualifiche degli ultimi anni, con Vinales 11° e Rossi 18°, qui oggi partirà con la speranza di fare la voce grossa. «Ed è una sorpresa anche per noi, consideran­do come anche nei test di febbraio fossimo in difficoltà — confessa Rossi —. Però abbiamo iniziato bene da venerdì, seguendo la strada giusta e migliorand­o un po’ ogni turno. Cos’è cambiato sulla Yamaha? Sinceramen­te la moto è molto simile a quella di Aragon, abbiamo fatto qualche piccola modifica a livello di accelerazi­one, ma non ci aspettavam­o di andare così bene. Probabilme­nte qui il matrimonio tra M1, gomme e asfalto con più aderenza ci ha permesso di essere sempre competitiv­i. Ma ora, essendo la Yamaha, lo ho già detto, come l’Inter, serve la conferma. Perché anche a Misano eravamo andati forte nelle prove e poi la gara è stata tutta un’altra cosa. In questo momento dico che poso giocarmi il podio assieme a Maverick, che ha esattament­e il mio passo, ma poi sono molto curioso di vedere come ci comportere­mo a Motegi».

CERTEZZE Insomma, in casa Yamaha nessuno si sente di sbilanciar­si su una ritrovata competitiv­ità che poi potrebbe essere smentita, mentre all’opposto sia Marquez sia Dovizioso hanno argomenti solidi per provare a portare a casa la vittoria. «Sulla carta Andrea è il più veloce — dice Marc —, gli ultimi 10 giri saranno decisivi». E Dovizioso, “orfano” della Ducati gemella di Jorge Lorenzo, conferma: «Dalle prime libere abbiamo sempre fatto passi in avanti. Anche se questa non è una gran pista per la nostra moto, la velocità c’è. Io e Marc abbiamo un piccolo vantaggio, ma 26 giri saranno lunghi e il consumo delle gomme risulterà ancora una volta la chiave per il successo».

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● Valentino Rossi, 39 anni, in azione sulla Yamaha M1: quest’anno il 9 volte iridato ha colto 5 podi senza vittorie. ● Marc Marquez, 25 anni e 6 titoli in bacheca, leader iridato con la Honda 1. 2. GETTY/CIAMILLO 2
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