De Marchi, quel pensiero per Regeni e gli immigrati
●●iro dell’Emilia: gran colpo del friulano in cima al San Luca. In ombra Nibali
«Era da tanto che volevo fare una cosa del genere. A volte, quando rischi un po’… a tanti andava bene, mentre io non ci avevo mai provato veramente. Non avevo mai trovato il giorno perfetto». Quel giorno è arrivato. Ieri. Alessandro De Marchi rivive l’impresa mentre l’acqua viene giù sul Colle di San Luca, uno dei simboli di Bologna, e lui si avvia a piedi al controllo antidoping. Il 32enne friulano della Bmc ha vinto alla grande, e davanti ai grandi, la 101a edizione del Giro dell’Emilia. Coraggio, istinto, fantasia. Una fuga solitaria di 25 km, cominciata ai terzo dei cinque passaggi sul San Luca (2,1 km, pendenza massima 18%). «Quando ho cominciato l’ultima scalata ho capito che potevo farcela», spiega De Marchi: primo successo in una gara in linea e primo in Italia, dopo tre frazioni della Vuelta e una del Delfinato.
INSEGUIMENTO La coppia della Ef, Uran-Woods, si è lanciata in un inseguimento furioso nel finale, ma non è bastato. Gianluca Brambilla ha forato sul più bello, i francesi Pinot e Bardet sono stati competitivi ma non super, e lo stesso vale per Nibali, 8°, che dopo il traguardo ha discusso un po’ con il compagno Pozzovivo per la tattica nel finale: «Non c’era molto da fare, De Marchi ha fatto un bel numero e con gente esplosiva come Woods e Teuns in un finale così… Va bene, dai», commenta lo Squalo, atteso martedì dalla Tre Valli Varesine prima del Lombardia di sabato, mentre De Marchi – il 27 ottobre diventerà papà di un maschietto - sarà al via di Milano-Torino e Gran Piemonte, poi chiuderà al Lombardia. «All’ultima Vuelta sì, avevo vinto una tappa, ma non così. Fare 25-30 chilometri da solo… mi mancava. E poi sono partito dal gruppo, non con una fuga da lontano. Tutti i migliori mi inseguivano ma non mi hanno ripreso. Il campo dei partenti era molto qualificato, l’emozione è stata grande. Hai le persone vicine sul San Luca, le vedi a ogni giro e ti caricano. Tutta la stagione è stata positiva, ma adesso sto raccogliendo. Sono stato più attento ai dettagli nell’allenamento, nell’alimentazione, qualche chilo in meno… Il Mondiale? Siamo stati protagonisti, magari se Pozzovivo fosse stato in giornata-super poteva aiutare Moscon ma dirlo adesso è facile. L’Italia è stata all’altezza».
PERSONA Nel 2019 De Marchi resterà nel gruppo di Jim Ochowicz che con il nuovo sponsor CCC raccoglierà il testimone dalla Bmc. Il ‘Rosso di Buja’ è un personaggio non banale: il soprannome è diventato una etichetta di vino (due anni fa ne furono prodotte mille bottiglie), e lui attraverso i social prende posizione su temi importanti come il caso Giulio Regeni e l’immigrazione. «Giulio era un ragazzo friulano, come me. La famiglia chiede verità e sembra che nessuno li ascolti. L’immigrazione, poi, è una questione umana più che politica. Si tratta, prima di tutto, di aiutare delle persone».