La Gazzetta dello Sport

«Perché non la chiami Eroica?» Il sogno di Agnolin pedala nel tempo

●Oggi in 7500 a Gaiole in Chianti sulle crete senesi: dall’idea del grande arbitro

- Mattia Bazzoni

«Perché non la chiami Eroica?». Gigi Agnolin, da poco scomparso, non è stato solo uno degli arbitri di calcio più famosi, ma anche l’ideatore di un nome di incredibil­e successo. È accaduto come nelle canzoni di Gino Paoli: tra amici al bar. Il famoso fischietto veneto – che si è innamorato del borgo toscano di Gaiole in Chianti al punto di trasferirs­i – ascolta da Giancarlo Brocci l’idea folgorante di una cicloturis­tica storica, pensa ai sentieri della sua Bassano del Grappa, agli eroici della Grande Guerra e conia il marchio: «Eroica». Era il 1997, la felice intuizione diventa il titolo di un giorno di festa, senza vincitori né vinti. I partecipan­ti sferraglia­no sulle crete senesi con le loro specialiss­ime in acciaio (rigorosame­nte pre 1987), esibendo maglie in lana e borracce d’alluminio. Oggi, per la 22a edizione, sono in 7500 a prendere la macchina del tempo e affrontare uno dei 5 percorsi. Il più breve, da 32 km, è per famiglie; il più ardito (209 km) si allunga fino a Montalcino con 3700 metri di dislivello. Il centro del piccolo mondo antico resta sempre il villaggio di Gaiole in Chianti, dove Radio Techetè diffonde le cronache immortali di Ameri, Ciotti, Provenzali. Un terzo dei partenti sono stranieri (58 le nazionalit­à), al via anche gli Erik Zabel, Damiano Cunego e Mara Mosole, poi il conduttore Linus, Norma Gimondi (figlia del grande Felice) e tanti altri. BRAND MONDIALE L’Eroica è il ciclismo di Coppi e Bartali che si reincarna nel presente con la sua etica del rispetto e della fatica. Ma l’Eroica è diventato anche un format d’esportazio­ne: le rievocazio­ni ciclistich­e si svolgono in altri 7 Paesi, dal Sud Africa al Giappone, fin sulle Dolomiti. Quest’anno Topolino ha celebrato la manifestaz­ione, mettendo Paperino in sella per una «Eroica sfacchinat­a», e anche la rivista americana Forbes si è interessat­a al fenomeno. Pure lo storico marchio Faema – la squadra di Merckx, Adorni e Van Looy – è tornato come sponsor nel mondo del ciclismo. Non poteva mancare, nel giorno in cui rivivono le leggende

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Ecco gli sterrati della passione

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