La Gazzetta dello Sport

L’Inter fatica Ma Icardi vola Mauro abbatte la Spal I nerazzurri sono terzi

● Fra i due gol dell’argentino, il momentaneo pareggio di Paloschi figlio di un pauroso sbandament­o della squadra di Spalletti

- Luigi Garlando INVIATO A FERRARA

LE CHIAVI Dopo lo 0-1, Borja e compagni non riescono a gestire il vantaggio

Antenucci sbaglia un rigore, il pari è la scossa che sveglia ai nerazzurri

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Icardi raccoglie la sfida di Higuain: «Ok, ci vediamo alla prossima a San Siro». Due gol il Pipita al pomeriggio, due gol Maurito alla sera. Sarà un grandissim­o derby quello del 21 ottobre. Le milanesi ci arrivano lanciate. I nerazzurri, tra campionato e coppa, hanno messo in fila 6 vittorie. La doppietta di Icardi, 4 gol nelle ultime 3 partite, ha portato la squadra oltre un’irriducibi­le Spal e proibirà a Gattuso di teorizzare il derby del sorpasso. Ma non è stato facile. Alla fine del mercato del mancato Modric e di uno del genere, ci chiedevamo: «Cosa succederà quando a Brozovic avrà il raffreddor­e?». Ecco cosa succede: che l’Inter fatica a creare e poi a gestire quando va in vantaggio e può trovarsi a lungo in balia di una Spal scatenata. Borja Valero ci ha provato, ma alla lunga è calato ed è scomparso tra le onde della partita. Bravi i nerazzurri a compensare le lacune con la sofferenza e con l’orgoglio: il pareggio di Paloschi al 27’ della ripresa poteva spezzare le gambe, invece è stata la frustata che ha spinto l’Inter verso i 3 punti. Prima non succedeva, oggi questa Inter ha un’anima nuova, d’acciaio. Bravissimo anche Spalletti a dare la scossa giusta: 4-2-4 con Lautaro che diventerà sempre più importante nel film nerazzurro.

APRE ICARDI Semplici si gioca la partite con due idee chiare. La prima: Schiattare­lla staccato dalla linea a 5 e praticamen­te a uomo su Nainggolan. Come bombardare un ponte, per spezzare i rifornimen­ti a Icardi. Ci sta. La seconda è molto più rischiosa: giocarla dal basso, a tutti i costi, per attirare il nemico, sorvolarlo con una palla alta e scatenare le ripartenze. Scelta coraggiosa, alla De Zerbi. Però prima di osare certe cose bisognereb­be considerar­e i piedi a disposizio­ne.

Quelli di Cionek e Djourou non sono fatati. Ogni volta che Gomis scarica la palla a un difensore, lo stadio miagola di paura. Braccati dai nerazzurri, gli spallini girano palla con grave sprezzo del pericolo. Palleggian­o sull’orlo del burrone e infatti al 14’ cadono già. L’Inter recupera palla altissima e Vrsaljko trova la testa vincente di Icardi. Il gol però equivale al clic di un interrutto­re. La squadra si spegne di colpo.

BLACKOUT Se non hai un centrocamp­o forte, puoi arrivare in porta comunque sulle fasce, ma se devi gestire un vantaggio e congelare il ritorno arrabbiato degli avversari, non si scappa: devi farlo con i centrocamp­isti. Senza Brozovic è più difficile. Borja ci prova come può. Di altro non dispone il convento. E così la Spal prima spaventa Handa con Petagna (17’), poi strappa un rigore a Miranda, svampito come col Sassuolo: l’Emilia non gli fa bene. Buon per lui che Antenucci calcia a lato (18’). La Spal crea ancora un’occasione limpida, poi la paura riaccende la luce e alla mezz’ora l’Inter, più di nervi che di gioco, riprende in mano il match. E potrebbe ucciderlo due volte, prima con Keita, che scippa l’ennesimo pallone al presuntuos­o Cionek, ma stecca la facile assistenza a Icardi, tutto solo (30’); poi con Vecino che trova Cionek a portiere battuto (39’). Una tenerezza che i grandi non si concedono.

CHIUDE ICARDI Infatti l’Inter se ne pente quasi subito. Felipe e Valoti sfiorano il pari nei minuti finali del tempo e poi la Spal di Lazzari riemerge dagli spogliatoi con la furia dei sopravviss­uti. Assalta le fasce, dove Keita e Perisic continuano a dare troppo poco, bene solo il rientrante Vrsaljko. Vecino lotta per tutti, ma l’Inter è all’angolo. Quando Petagna carica il tiro al 18’ con la porta spalancata davanti, sembra arrivata la sentenza. L’errore è epico. La sentenza solo rimandata. Minuto 27: Fares taglia l’area con un cross basso e Miranda, ancora una volta leggero come la Vispa Teresa, si lascia anticipare da Paloschi. Qui Spalletti ha l’idea buona. Fuori lo stremato Borja, dentro Lautaro, Politano ha già sostituito Keita: 4-2-4 con il Ninja e Vecino in mediana. La scossa paga subito. Perisic imbuca una genialata per Icardi che incrocia in rete il 2-1. Quando il croato inventerà in serie perle del genere, come il suo talento gli permettere­bbe, e non una a partita, sarà un’altra Inter. Intanto: Spalletti batte Spal. Ma il derby vero è un altro. E sarà grandissim­o: 21 ottobre, a San Siro. Chi se lo perde? ● le vittorie di fila dell’Inter in campionato: i nerazzurri non mettevano insieme una striscia così dalle prime 4 giornate dello scorso campionato

Il buongiorno si vede dal mattino. Infatti nei primi 60” si capisce che non sarà una serata facile per Maresca. Al 1’ non concede un angolo solare all’Inter, poi concede una punizione a Schiattare­lla che è inciampato da solo. Al 14’ il vantaggio dell’Inter: Djourou devia con il braccio il colpo di testa di Icardi, ma nella propria porta. Al 17’ sterzata di Felipe in area, Miranda lo tira giù con gamba e braccio, rigore ineccepibi­le. Al 32’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Vecino devia col braccio un pallone indirizzat­o al centro dell’area, forse sbilanciat­o da un avversario. Maresca non concede il penalty e sul contropied­e seguente ammonisce Lazzari per un fallo molto dubbio su Keita: la Spal protesta. Due minuti dopo, altre proteste per un mani di Borja Valero appena dentro l’area che

il direttore di gara ritiene involontar­io. Al 44’ angolo di Schiattare­lla, occasione per Felipe: l’assistente Vivenzi prima alza poi abbassa la bandierina. Nella ripresa, al 6’ Maresca interrompe un’azione della Spal per ammonire Vrsaljko, Missiroli protesta, si becca il giallo ed impreca: prova tv? Nel finale giusta la simultanea ammonizion­e di Felipe ed Everton Luiz.

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