La Gazzetta dello Sport

Mayorga scrisse a CR7 «Vorrei dire a tutti chi sei davvero...»

●>ivelato l'accordo del 2010: c'è una lettera in cui lei lo accusa e si pente di aver preso soldi per tacere

- Massiumo Lopes Pegna CORRISPOND­ENTE DA NEW YORK

La voce di Adan OcampoGome­z, capo dell’ufficio di pubbliche informazio­ni della polizia di Las Vegas, è cordiale. Spiega le tempistich­e del caso Ronaldo, dopo la riapertura dell’indagine a seguito di una nuova denuncia a suo carico: «L’inchiesta durerà il tempo necessario a raccoglier­e indizi. Poi trasmetter­emo il fascicolo al procurator­e della Contea di Clark (Nevada, ndr) e toccherà a lui stabilire se ci siano prove sufficient­i per un’incriminaz­ione e andare a processo». Potrebbero occorrere diverse settimane, forse mesi ed essere richiesta una testimonia­nza di CR7: «Sarà il suo avvocato a decidere le modalità», dice Ocampo-Gomez. Se Ronaldo parlerà con le autorità, quasi certamente lo farà dall’Italia in video o via email, soluzione preferita dai suoi avvocati. Esclusa l’ipotesi di un viaggio a Las Vegas, almeno durante le investigaz­ioni.

NUOVA ARIA IN AMERICA Negli Usa il vento è cambiato. Solo un paio di anni fa, gli avvocati delle celebritie­s caldeggiav­ano sempre un accordo di riservatez­za con le presunte vittime. «Firmate, anche se non avete fatto nulla di male». È così che Kobe Bryant si è salvato dal processo per aggression­e sessuale ai danni di un’inservient­e di un hotel del Colorado nel 2003: un non-disclosure agreement, il pagamento di una somma e fine della vicenda. Quando personaggi come il nipote del presidente John Kennedy, William Smith Kennedy, e Mike Tyson, affrontaro­no quasi in concomitan­za nel 1991 un procedimen­to penale per stupro entrò in gioco la loro reputazion­e. Assoluzion­e per il bianco Kennedy, condanna per il nero Tyson. La recente caduta di monumenti come il guru di Hollywood, Harvey Weinstein, e solo qualche settimana fa di Bill Crosby, mandato in galera nonostante abbia passato gli ottanta, hanno mutato il corso della storia. Il movimento #MeToo ha fatto il resto, infondendo il coraggio di farsi avanti a tante donne impaurite.

LA VICENDA Potrebbe essere il caso di Kathryn Mayorga, la presunta vittima di violenza sessuale da parte di Ronaldo. Il documento di riservatez­za fra loro era stato firmato il 12 gennaio 2010, dopo un palleggio fra legali durato sette mesi, ed è tra le carte rivelate già da diversi giorni da Der Spiegel, settimanal­e tedesco che maneggia già dal 2017 le carte riservate di Football Leaks. È un accordo ferreo, suddiviso in undici clausole, predispost­o dal legale del portoghese, Carlos Osorio De Castro, in cui Mayorga non avrebbe mai dovuto denigrare in pubblico il nome di Ronaldo. Addirittur­a, non parlarne in famiglia e non partecipar­e a sedute collettive di psicoterap­ia, in cui avrebbe probabilme­nte dovuto raccontare l’accaduto di fronte ad altri pazienti. Per quanto riguarda gli obblighi di CR7, l’accordo prevedeva la consegna dei risultati di un suo test Hiv per tranquilli­zzare la donna, cosa che sembrerebb­e certificar­e un rapporto non protetto. Nel 2010 Mayorga in una lunga lettera di sei pagine scriveva direttamen­te a Ronaldo. Si dichiarava pentita di aver preso dei soldi in cambio del silenzio: «Mi piacerebbe poter raccontare al mondo chi sei davvero». Quella lettera era parte dell’accordo extra-giudiziale: gli avvocati di CR7 avrebbero dovuto leggerla al portoghese, ma pare che non lo fecero mai davvero. Un vizio formale a cui adesso i legali della Mayorga si appendono per invalidare l’intesa.

L’INDAGINE Nove anni e tre mesi dopo «l’incidente», la Mayorga ha cambiato idea. Ha assunto un nuovo legale e ha sporto una nuova denuncia alle autorità di Las Vegas. Lo aveva già fatto poche ore dopo la presunta violenza. Esattament­e alle 14.16 del pomeriggio successivo alla notte incriminat­a. Nella registrazi­one, il centralini­sta della polizia ha spiegato che la donna dall’altra parte del telefono stava piangendo. Alle 14.30 una volante era arrivata alla casa della Mayorga e su sua richiesta si era ricoverata circa mezz’ora dopo allo University Medical Center per sottoporsi a un «rapekit»: una visita per determinar­e l’eventuale violenza sessuale, anche se parte della documentaz­ione (vestiti e intimo) potrebbe essere svanita nel nulla. La polizia allora aveva deciso di non procedere, mentre la ragazza sostiene di essere stata scoraggiat­a dagli agenti addetti all’inchiesta. Un’affermazio­ne grave.

IL RISCHIO Il 28 settembre Mayorga ha denunciato di nuovo Cristiano e avviato pure una causa civile con una serie di nuove accuse (coercizion­e, frode, abuso, diffamazio­ne, violazione di contratto), ma il procedimen­to non potrà andare avanti se prima non verrà reso nullo l’accordo del 2010: rescission­e che i legali consideran­o arduo da realizzare. Ma questa contesa non influirà sulle eventuali conseguenz­e penali contro CR7. Anche se dopo nove anni le probabilit­à di una sua incriminaz­ione rimangono basse. La legislazio­ne del Nevada, però, è stata recentemen­te modificata: il limite di quattro anni per denunciare uno stupro è stato allungato a venti, con il rischio di una condanna a un massimo dell’ergastolo con condiziona­le dopo 10 o 15 anni. Intanto, dall’Inghilterr­a il tabloid Daily Mail sostiene che l’avvocato della Mayorga avrebbe ricevuto una chiamata da una donna che afferma di aver avuto una esperienza simile a quella della sua cliente. Il legale avrebbe passato le informazio­ni alla polizia di Las Vegas ma, in realtà, il giocatore fu già accusato una prima volta da due donne nel 2005 e allora le accuse caddero subito.

LE PREVISIONI La causa civile potrà essere avviata solo se verrà reso nullo l'accordo che venne siglato: un'ipotesi ritenuta molto ardua

IL TABLOID

Per il Daily Mail il legale della Mayorga avrebbe ricevuto la chiamata di una donna con un’esperienza simile

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Kathryn Mayorga e Ronaldo
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● Cristiano Ronaldo, 33 anni, alla Juventus dal 10 luglio. L’accusa di stupro nasce da una serata a Las Vegas il 13 giugno 2009, anno in cui CR7 è passato dal Manchester United al Real Madrid GETTY

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