La Gazzetta dello Sport

I conti? Pessimismo strategico e prospettiv­e da record

«business plan» si ipotizza di uscire dal girone di Champions e giocare 2 turni di Europa League. Invece il fatturato sarà top

- Massimo Cecchini ROMA

In fondo è come quando ci si prepara ad un esame universita­rio. Si studia tanto, ad un certo punto arriva l’ansia da prestazion­e e poi, quando arriva il giorno, si pensa con lucidità: «Ho fatto tutto il possibile. Mi piacerebbe prendere 30, però se arrivasse un 26-27 non è da disprezzar­e». Ecco, la Roma che ha appena approvato nel Cda un bilancio «da laurea» – 250 milioni di fatturato, depurato dalle plusvalenz­e: record della storia del club – nel «business plan» per la stagione in corso ha zavorrato le proprie ali. Non è questione di sfiducia e neppure di scaramanzi­a, ma potremmo dire di serietà. Cioè, perché vendere sogni all’inizio (correndo il rischio di risvegliar­si male) quando alla fine si può festeggiar­e lo stesso se le cose vanno bene? TERZO POSTO Così la dirigenza, come peraltro è successo quasi sempre in casi analoghi, nel pianificar­e i ricavi ha ipotizzato una eliminazio­ne dalla Champions nel girone di qualificaz­ione e lo scivolamen­to in Europa League, dove la simulazion­e è quella di superare due turni (sedicesimi e ottavi) per poi uscire. Ovvio che la Roma pensi a ben altro cammino. In fondo grazie alla scorsa stagione sono arrivati in cassa 98,5 milioni dalla cavalcata Champions che, a dispetto della prudenza, può ripetersi.

NUOVO PRIMATO Al netto della doverosa prudenza, comunque, la dirigenza ha già posto le basi per battere un nuovo record di fatturato a giungo prossimo. Motivo? Semplice. Solo nell’attuale bilancio saranno inseriti i 62,5 milioni della cessione di Alisson (più 10 di bonus) e i 25 milioni (più 3 di bonus) di Strootman. Ma non basta. Entreranno a regime anche gli 11 milioni a stagione provenient­e dal nuovo «main sponsor» Qatar Airways, gli 8,5 dal «back sponsor» rappresent­ato dalla Hyundai e i 5 portati in dote dalla Betway.

INGAGGI E PAREGGIO Con cifre del genere già in partenza, è facile ipotizzare che la Roma – libera tra l’altro anche dalle pendenze del «fair play» finanziari­o – possa chiudere in pareggio (adesso il «rosso» è di circa 25 milioni). Ma dipenderà anche delle scelte strategich­e, perché il club non ha intenzione di diminuire in competitiv­ità. Lo si nota dal monte ingaggi che, al netto degli ammortamen­ti, è stato di circa 158 milioni. Alto, certo, ma le statistich­e dicono che (tranne eccezioni in stile Leicester) i piazzament­i nei primi posti (e quindi la partecipaz­ione alla Champions) è direttamen­te correlata agli stipendi. Insomma, finanziari­amente parlando, gli esami paiono da 30. Per la lode, al solito, occorrerà un trofeo.

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James Pallotta, 60 anni, è il presidente della Roma ANSA

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