La Gazzetta dello Sport

Lazio, decide Immobile Fiorentina poco matura

●Ciro sempre più leader, anche con un mignolo fratturato Per la Viola un problema trasferta: arriva la terza sconfitta

- Pierfrance­sco Archetti ROMA

Per uscire dalle sue ombre, la Lazio si serve dei passi larghi e potenti di Ciro Immobile. Nella rete che decide, c’è tutta la differenza di ieri tra le due squadre. I laziali hanno un leader testardo, anche arruffone, ma essenziale quando serve. I viola hanno invece tante personalit­à in crescita, da futuro quasi certo, però nessuno di loro riesce a spezzare la vitalità degli altri. Questione anche di maturità, che era richiesta a entrambi: alla Lazio per sfuggire allo sconforto delle due sconfitte consecutiv­e tra derby e coppa; alla Fiorentina per garantirsi una natura pragmatica in trasferta, dove aveva preso soltanto un punto dei suoi 13. La terza sconfitta in viaggio racconta un esame fallito. La quinta vittoria di Inzaghi nelle ultime sei di campionato descrive invece la serenità ricomposta, prima della sosta. Gran scelta di tempo.

I MOTIVI Come perfetto è il timing del gol. Radu salta sopra Simeone, Immobile scavalca Benassi e Lafont. Ma ideale è tutto il momento, perché la Fiorentina pochi minuti prima ha avuto un’offerta di fuga da Wallace, con assist a Benassi. Non è 0-1 perché il centrocamp­ista stanga addosso a Strakosha. E così la partita cambia dall’altra parte: su calcio piazzato, come la metà delle reti prese dai viola finora, che poi sono soltanto sei e fino a ieri valevano la seconda miglior difesa. Anche la Lazio va per strade conosciute, ha sempre e soltanto colpito da dentro l’area. Non sono dettagli, ma sistemi per migliorars­i l’esistenza. Quando nel secondo tempo il risultato influenza l’atteggiame­nto, il cuore di vetro della Fiorentina si infrange contro la robustezza altrui. Anche nelle migliori occasioni, c’è sempre un piede laziale (Radu, Acerbi) a disturbare, sporcare, sventare. Passata da 4-3-3 a 4-2-3-1, la Viola aumenta pressione e possesso, ritrova un Chiesa più determinat­o, non come Simeone e Pjaca. Ma non raccoglie anche perché tira poco.

LE MOSSE Il segnale dato a Luis Alberto è significat­ivo. Lo spagnolo non mette piede in campo, prima Caicedo (forza e spinta) poi Correa (tecnica e contropied­e) sono vicini a Immobile (che ha giocato gran parte della gara con il mignolo di una mano fratturato: oggi la risonanza). L’altro grande contestato, Milinkovic, galleggia sempre lontano dai suoi livelli, ma non fa danni. Chi rientra con successo è Radu, decisivo nelle due aree; gli altri saranno anche scomposti e «fallosi» nel senso di troppi passaggi sbagliati, però formano una struttura unita. I viola invece restano piantati davanti ai loro problemi. Lafont non dà sicurezze, nelle uscite e sulla linea; il gran movimento nel tridente iniziale non spalanca le vie della porta. Si salva Veretout, in mezzo; servono a poco i cambi con Fernandes, Eysseric e Sottil (bravo, ma pochi minuti) per Benassi, Gerson e Pjaca. La Fiorentina cerca un leader che non si spaventi nei viaggi.

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IL NUMERO le reti realizzate da Immobile nella A 2018-19: Napoli, Genoa (doppietta), Roma e Fiorentina

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Ciro Immobile, 28 anni, festeggia il gol partita con la Fiorentina insieme a Caceido e Milikovic ANSA

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