Piatek super, Parma di più Rimonta e salto in alto
●Il bomber del Genoa colpisce ancora, ma poi prevalgono le ripartenze ospiti: l’ex Rigoni, Siligardi e Ceravolo firmano il colpo
Piatek colpisce anche stavolta (9 reti in 7 partite più le 4 di coppa: mostruoso) ma la sua imparabile girata di testa che inaugura (6’) il match della possibile zona Uefa alla fine non produce punti. Perché il Parma che gioca in tuta da operaio sa vestire quando serve anche i panni degli elegantoni (vedi secondo e terzo sigillo) e scavalca meritatamente il Genoa sia in campo che in classifica (i rossoblù devono comunque recuperare la partita col Milan). Occhio (è il caso di dire) però: è servito l’aiuto della tv. È la telecamera a stabilire che il secondo colpo di testa vincente di Piatek (sull’1-1) dopo aver toccato il palo non supera la linea bianca per meno di... un centimetro (siamo ormai ai centesimi delle gare di velocità). Ed è sempre il ricorso alla moviola ad annullare per fuorigioco il tuffo vincente di Criscito che avrebbe riaperto la sfida sul finire di un primo tempo bellissimo. Per intensità, numero e qualità delle giocate sembrava una partita scudetto. Dove il Genoa dava spettacolo col tandem Lazovic-Piatek producendo tiri in quantita’ industriali e il Parma cinico ma non baro assestava i contropiede vincenti: Siligardi e Ceravolo hanno sfruttato alla grande marcature disattente e lo spazio disponibile su rapidi capovolgimenti di fronte. Troppo alto quel pressing, troppo squilibrata la linea arretrata si lamenterà un furibondo Preziosi.
MODULI E VARIANTI Pure sotto il profilo tattico la contesa si è fatta apprezzare. Ballardini (sotto processo, ma pare che al momento non rischi) e D’Aversa sono stati protagonisti di svariati cambiamenti di uomini e moduli. Il tecnico di casa, avendo subito due reti con la sua squadra sbilanciata, ha cercato la formula giusta in una ripresa arrembante dove ha rischiato il tutto per tutto con tre punte centrali (Kouamé partiva però dalla fascia). Al che l’allenatore del Parma, rinunciando a una punta per un terzo centrale (il giovane Bastoni) ha ristabilito un assetto prudente e così è riuscito a difendere il bottino accumulato sino al 45’ senza grandi patemi. Anche perché lo spostamento di Lazovic sulla corsia di destra ha privato il Genoa di quella che era stata la sua arma più pericolosa nella prima parte, consentendo a Iacoponi di riprendersi dopo quei 45’ di grande sofferenza. Ma pure Gagliolo e Bruno Alves, una volta rinchiusisi nel fortino della propria area, hanno saalla puto neutralizzare meglio i tentativi di Piatek, Kouamé e del giovane Favilli, torellino inserito al posto dell’evanescente Medeiros, preferito in partenza a Pandev.
W L’ITALIA
D’Aversa sta confermando in A quel pragmatismo italico così utile l’anno scorso in B. Predilige il gioco di rimessa rimanendo saldamente ancorato alle caratteristiche della sua rosa: in difesa non ci sono dei grandi nomi, se lui sbilanciasse il settore di mezzo rischierebbe l’imbarcata a ogni incontro. Stulac invece ha la sagacia tattica che occorre per tenere i reparti corti e stretti. Nell’occasione il cuore (più i polmoni) di Barillà unito
tenacia di Luca Rigoni (ex che ha fatto centro senza esultare), hanno dapprima permesso di colpire il Genoa e quindi di gestire la reazione con relativa disinvoltura.
GRAN DUCATO Al fischio finale del promettente Daniele Chiffi (33 anni: manca solo un giallo a Barillà dopo un vantaggio ai rossoblù) la Nord ha comunque applaudito i suoi, riconoscendogli uno strenuo impegno e quel continuo bombardamento che ha obbligato Sepe al super lavoro (ben sbrigato, a parte un quasi autogol sul solito velenoso Lazovic). Festa grande, manco a dirlo, nel settore ospiti dove si comincia a sognare un torneo da... gran Ducato. La neo promossa sta marciando a velocità sorprendente e se nel giorno in cui le mancano nove giocatori tra i quali Calaiò, Inglese e Gervinho (i pezzi da novanta) l’attacco di riserva sforna tre reti e sfiora più volte il poker, beh è comprensibile l’esaltazione che sta contagiando la città. Abituata del resto nella sua storia recente ad avere una felice frequentazione con l’Europa.
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LA CIFRA partite di fila che Piatek va a segno: nelle prime non capitava dal 1994-95 con Batistuta