SPORT, ESPRESSIONE DI CULTURA: QUANTE FACCE HA L’ALPINISMO
Il nostro grande scalatore sarà premiato in Spagna assieme a Scorsese
Quante facce ha l’alpinismo? È interessante e curioso rendersene conto andando nel giro di pochi giorni a parlare di montagne e avventura in ambienti e in situazioni totalmente diversi. Sono appena stato a Osimo, cittadina marchigiana dove a voler organizzare una mia conferenza è stato un circolo fotografico che festeggia i 30 anni di vita. Il tramite è stato un componente del circolo che non avevo mai incontrato, ma col quale ero entrato in contatto, via un comune amico, ai tempi del terremoto che devastò larga parte del Centro Italia.
Sabato prossimo sarò a Trento nell’ambito di una grandissima e inedita manifestazione come il Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta. Io non ho fatto record, tema centrale del festival, ma tali vengono considerate le mie «prime», come la salita dell’Everest senza ossigeno di quarant’anni fa.
Poi partirò per la Spagna, perché Krzysztof Wielicki e io siamo i primi due alpinisti che hanno l’onore di venir insigniti del prestigioso premio Princesa de Asturias per lo sport. Il premiato per le arti di quest’anno è il regista Martin Scorsese. Così il 19 a Oviedo parleremo dell’alpinismo come espressione culturale davanti alla famiglia reale spagnola e alle eccellenze mondiali in ogni campo delle arti e della scienza. Il giorno dopo, a Bilbao, sarò al grande palazzo Euskalduna su invito di Alex Txicon. E lì certamente avremo modo di discutere dell’alpinismo invernale con il basco che ha salito il Nanga Parbat e tentato due volte l’Everest nella stagione più fredda.
Infine lunedì 22 all’Auditorium di Milano parlerò di come tenere viva la sfida con l’impossibile, che è il tema del nuovo libro che ho scritto e al quale hanno dato il loro fondamentale contributo 42 grandi scalatori.