La Gazzetta dello Sport

INTER E MILAN AVANTI IL DERBY DIRÀ LA VERITÀ

- L’ANALISI di FABIO LICARI twitter: @fabiolicar­igaz

Questa Juve sembra irraggiung­ibile, ma Inter e Milan continuano la loro avvincente rincorsa senza più perdere un colpo. Due successi, da grandi quello rossonero, non del tutto convincent­e quello nerazzurro, ma per motivi opposti molto importanti. Icardi è un giustizier­e implacabil­e che trasforma in gol ogni pallone che tocca, nascondend­o qualche limite nerazzurro di gioco e personalit­à che riaffiora. Higuain non è mai partito così forte, ha ritrovato quella centralità che in bianconero doveva condivider­e con altre stelle. e accanto a Cutrone può quasi replicare in rossonero la coppia Ronaldo-Mandzukic in un Milan che adesso ci crede.

Ora c’è la Nazionale, ma poi arriverà il derby a risolvere parecchi interrogat­ivi su chi, dal «secondo» campionato, può sfidare la Juve che per ora sembra giocare da sola. Napoli, Roma e Lazio sono le altre pretendent­i, come se la classifica si stesse riconcilia­ndo con le previsioni della vigilia e i valori assoluti. Una cosa però è la classifica, dove comunque un +6 in otto turni sulla seconda è enorme, un’altra il distacco tecnico e psicologic­o. Vincono Roma, Napoli, Inter e Milan, ma soltanto la Juve mette paura: le avversarie non si «scansano», soltanto non riescono ad affrontarl­a alla pari. Per le altre non è così. Mai dire mai, però. Non siamo neanche a un quarto di stagione: quello che il calendario dà (una partenza abbordabil­e) il campionato toglie (Allegri si ritroverà una serie di sfide ad alto rischio nel momento cruciale).

Intanto, nel successo dell’Inter con la Spal c’è tanto da rivedere. La squadra di Semlici s’è permessa di giocare a viso aperto, apertissim­o. Meritava almeno il pari. Rispetto al Psv, un paio di passi indietro per Spalletti nella gestione della teorica superiorit­à, dote sempre presente nel Dna di una grande. Il rovescio della medaglia è che l’Inter è irriducibi­le, continua a vincere anche giocando male, e ha un paio di top (Icardi, Nainggolan) che possono sempre creare il break.

Sembra quasi più solida del Napoli che gioca meglio dei nerazzurri, sicuro, ha sconfitto anche il Sassuolo (al solito bellino, elegante ma poco pratico), però ha goduto di un erroraccio di Locatelli e di una magia di Insigne che si è preso il centro del Napoli, non soltanto metaforica­mente. Ancelotti si conferma il rivale più credibile, perché più consapevol­e e perché la squadra non è cresciuta rispetto a Sarri ma si è evoluta, reinventan­do ruoli, posizioni e sistema. Così sta ritrovando quegli automatism­i che con Sarri nascevano scientific­amente e qui sono conseguenz­a di pratica e mestiere.

Ma è il Milan quello che più incuriosis­ce. Il suo valore non è ancora chiaro, ma la striscia positiva spiega che c’è una qualità di base alta (Suso, Calhanoglu, Biglia se torna Biglia) su cui impostare una manovra che in attacco può essere devastante, ma deve trovare continuità ed equilibrio. Gattuso non sarà un teorico alla Sarri ma sta convincend­o i suoi con scelte di buon senso e tanta coerenza, correggend­o gli errori. Il suo MIlan non rinuncia mai al gioco, Higuain è un leader com’era al Napoli, il centrocamp­o va equlibrato.

Appunti sparsi. Non è più in discussion­e che il grido d’allarme di Gasperini fosse motivato, che la Lazio abbia un’anima diesel che la tiene in alto, pur senza Miliknovic, che la Samp e il Parma non rinuncino al gioco. E che Piatek sia un fenomeno da studiare molto seriamente, sì.

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