«Dovevo attaccare lì: ma Max mi ha stretto» E’ VELOCE, MA QUEL CHE FA IN PISTA... AVETE VISTO CON KIMI!
● Sebastian difende la sua scelta: «Non volevo che le Mercedes fuggissero. E’ un momento difficile, ma restiamo forti»
Ha più responsabilità Vettel o Verstappen? Una risposta definitiva non l’ha data neppure Charlie Withing quando è tornato sull’episodio che ha indirizzato in maniera negativa la domenica della Ferrari e in particolare del suo pilota di punta. «Sono corresponsabili», ha spiegato il delegato tecnico della Fia per giustificare il collegio dei commissari che non ha preso provvedimenti nei confronti dell’uno o dell’altro. «Siete sicuri che abbia sbagliato? – si è domandato ad esempio Toto Wolff, che del crash ha tratto il massimo vantaggio -: Seb era buon quarto, ha visto una porta aperta e ci ha provato. E’ stato in incidente di gara, che ha pagato a caro prezzo». Ovviamente dalla parte di Seb, Maurizio Arrivabene, soddisfatto dalla reazione che il team ha avuto dopo la sua bacchettata post qualifiche. Ma Vettel ieri era davvero tranquillo? Il dubbio è venuto quando all’8° giro la Ferrari numero 5 è finita in testa coda, dopo il contatto con la Red Bull dell’olandese. E la mente è corsa subito a Monza, prima tappa di un calvario che ha portato Maranello, in poco più di un mese, a un passo dall’addio al Mondiale.
INCIDENTE La sensazione è che come allora Seb si sia fatto prendere la mano, abbia ceduto alla fretta: in Brianza di reagire subito all’attacco di Hamilton, malgrado avesse tra le mani un’auto superiore; a Suzuka di scavalcare Verstappen, che avrebbe poi dovuto scontare ATTACCA MAX
SEBASTIAN VETTEL
UN PECCATO IL CONTATTO, MA NON HA ROVINATO LA MIA CORSA
MAX VERSTAPPEN
CONTROBATTE A SEB
una penalità di 5” per il precedente scontro con Raikkonen. Aveva fretta Seb, di mettersi alle calcagna della Mercedes. Non poteva aspettare posto migliore della Spoon? «No perché qui è difficile superare – è stata la spiegazione di Seb – e avevo visto che la sua luce rossa lampeggiava, segno che aveva la batteria in fase di ricarica. Sapevo della sua penalità, ma do- vevo passarlo in fretta perché non correvo solo contro di lui». Rimesso in gara dalla Safety Car, entrata per consentire di ripulire la pista dai detriti persi da Magnussen, Seb vedeva all’orizzonte le Frecce d’Argento. «Ero più veloce di Verstappen e, col passo che avevo, potevo almeno impensierire una delle due Mercedes. Così ho attaccato Max, eravamo fianco a fianco e lui mi ha stretto, ho cercato di evitare con tutte le mie forze il contatto ma non ce l’ho fatta. Parlare con lui? Lo farò al momento opportuno, Verstappen è senz’altro veloce ma quello che fa in pista…avete visto come è tornato in pista con Raikkonen».
LUMICINO Intanto il Mondiale è quasi chiuso ed è un peccato perché, anche danneggiata (al deflettore di destra, speculare a quello di Kimi sulla sinistra), ieri la sua Ferrari andava così bene da consentirgli di acchiappare nel finale il giro più veloce: «Non sappiamo però quanto più forte avrebbe potuto andare la Mercedes, il Mondiale? C’è ancora una piccola opportunità, ma nelle ultime due gare abbiamo reso loro la vita facile». E allora il discorso si allarga al calo della Ferrari, alle dinamiche interne, alle critiche avanzate da Arrivabene. «Io non guido il team, ne sono un componente – è la versione del pilota tedesco -: abbiamo un grande potenziale, abbiamo trascorso settimane difficili, eppure all’interno si respira positività, restiamo forti e lo saremo anche in futuro». ● Il contatto tra Verstappen e Raikkonen all’uscita della chicane a inizio gara: penalità di 5” per Max; ● La Ferrari di Vettel in scia alla Red Bull alla ripartenza dopo i giri percorsi alle spalle della safety-car; ● Il contatto tra i due alla curva Spoon (con la ruota dell’olandese, a destra, ingrandita dalla lente): Seb si gira e riparte 19° LAPRESSE GETTY IPP