La Gazzetta dello Sport

Marquez fulmina Dovi, ma che duello!

●Marc (Honda) trionfa a Buriram e «vede» il titolo. Il pilota Ducati 2°, Yamaha di nuovo protagonis­ta

- Paolo Ianieri INVIATO A BURIRAM (THAILANDIA)

Benvenuti al Marquez-Dovizioso show, l’entusiasma­nte spettacolo itinerante che ogni domenica regala qualcosa di unico. Austria, Qatar, Giappone, Repubblica Ceca, Spagna, Italia o Thailandia, prenotate la trasferta, la certezza è che non resterete delusi.

Anche qui, per la prima assoluta a Buriram, in un contesto straordina­rio (222.355 persone in 3 giorni, record stagionale), una festa con bancarelle e show nel circuito e una folla entusiasta («In Europa i tifosi devono imparare da qui: indossano una maglietta rossa, gialla o di qualsiasi colore, ma applaudono tutti» è l’omaggio di Dovizioso che fa piangere di commozione il giornalist­a locale), sono Marc e Andrea i primattori di una corsa che, come spesso accade quando ci sono di mezzo loro, si risolve solo sotto la bandiera a scacchi.

ULTIMA CURVA «Questa cos’è, la terza volta?» domanda Marquez a Dovizioso mentre i due, grondanti sudore, siedono vicini sulla macchinina elettrica che li porta verso il podio. «Austria, Giappone…» inizia Marc, ricordando le volte in cui Andrea lo aveva fregato all’ultima curva. In realtà ci sono anche due Qatar, nel 2017 quando la volata fu per il 2° posto e quest’anno per la vittoria, 4 volte su 4 nelle quali Dovizioso aveva trionfato. «Ma oggi io sono stato Dovi e lui è stato Marc», gongola lo spagnolo. Bravo a replicare all’attacco disperato del forlivese all’ultima curva, fermando la Honda appena prima della Ducati, incrociand­one la traiettori­a e sfilando per una manciata di centimetri per primo sul traguardo. «Il mio è stato un sorpasso della disperazio­ne — certifica Dovizioso —, ma non sbagliato: è stato un volerci provare nonostante fossi troppo lontano, perché non ero in condizione di attaccarlo come avrei voluto, bloccarlo come due-tre giri prima».

BATTAGLIA Se due domeniche fa ad Aragon i due si erano sorpassati 15 volte, questa volta i sorpassi sono stati 12, 9 dei quali negli ultimi 3 giri, quando una gara che all’inizio è stata

soprattutt­o di gestione attenta delle gomme — allungo iniziale di Marquez, poi 6 giri da ritrovato protagonis­ta di Valentino Rossi con una Yamaha finalmente competitiv­a, quindi Dovi a dettare il ritmo fino alla fine — si è definitiva­mente accesa. Marquez, conscio della gelida freddezza di Dovizioso all’ultima curva, ha cercato il break ma i suoi piani si sono ogni volta infranti dopo poche curve. «Io ero un po’ più veloce, pensavo di scappare a 8-10 giri dalla fine ma non riuscivo a passare. Ci ho riprovato gli ultimi tre giri, ma replicava sempre, così all’ultimo mi sono dimenticat­o di ogni cosa, del Mondiale, dei rischi. Ho dato tutto, o arrivavo davanti all’ultima curva o non ce l’avrei fatta».

CAPOLAVORO Mentre alle spalle dei due Maverick Viñales, alla fine 3°, era spettatore privilegia­to e speranzoso della lotta con un occhio a controllar­e la Yamaha gemella di Rossi, a metà dell’ultimo giro alla curva 5 Marquez si è inventato il sorpasso decisivo. «Me lo aspettavo proprio lì — ammette Andrea —. Ma ha fatto una cosa da Marc, sorpassand­o come probabilme­nte solo lui può fare. L’errore è stato di provare a replicare subito, non sapevo che anche lui era con le gomme in crisi e che se avessi aspettato la esse finale sarei uscito più veloce e lo avrei fregato».

FELICE Non c’è però delusione nella voce di Dovizioso, conscio di avere disputato una gara maiuscola. Lo stesso Marquez gli rende onore:: «La Yamaha qui è tornata veloce, ma il più forte era Dovi, avrebbe meritato la vittoria». E Andrea, nel ripensare a un weekend che gli ha regalato il 5° podio di fila (lui e Marquez da Brno hanno ottenuto gli stessi piazzament­i e punti, 106), sorride. «Perché abbiamo fatto un passo avanti più grande che ad Aragon, è brutto perdere all’ultima curva, ma ormai non corriamo più per il Mondiale, quanto per vincere più gare possibile e per il 2019».

MATCH POINT Già la «grande bruttezza» del Mondiale («Per voi, non per me, anche se capisco cosa intendi», ride Marc) è proprio questo: gare spettacola­ri, entusiasma­nti, intense, eppure con la 7a vittoria Marquez si è portato a +77 in classifica e tra due domeniche a Motegi precedendo Andrea festeggerà il 5° titolo in MotoGP. «Avvertivo una motivazion­e in più da parte dei nostri giapponesi, che volevano arrivare a Motegi col primo match point — racconta Marc —. Ma se non migliorere­mo in due-tre punti, sarà dura battere la Ducati». Prepariamo­ci al prossimo show.

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LA CHIAV E

Le migliaia di spettatori in tre giorni per la prima volta a Buriram: record stagionale

PILOTA DUCATI

IL SORPASSO? UNA COSA DA MARC, SOLO LUI PUÒ FARNE COSÌ

ANDREA DOVIZIOSO

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L’ABBRACCIO Andrea Dovizioso, 32 anni, con Marc Marquez, 25, dopo un duello spettacola­re composto da 12 sorpassi, 9 dei quali negli ultimi tre giri della gara. Ad Aragon erano stati 15 CIAMILLO-CASTORIA
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Marc Marquez, 25 anni, ora ha 77 punti su Dovizioso e vede il 7° Mondiale, il 5° in MotoGP CIAMILLO

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