La Gazzetta dello Sport

Nuovo corso Mancini Tridente e falso nove

● Contro l’Ucraina il c.t. varerà un’Italia inedita, con Bernardesc­hi e Insigne ad alternarsi da centravant­i: «Il campionato ci dà certezze»

- Mirko Graziano INVIATO A GENOVA

«Il campionato inizia a darci qualche certezza». E Roberto Mancini si riferisce soprattutt­o «a un Insigne che nel Napoli gioca più vicino alla porta, lo fa alla grande e continua a segnare. Gol pesanti fra l’altro. E poi c’è Bernardesc­hi che con la Juventus si sta ritagliand­o uno spazio da protagonis­ta vero, interpreta­ndo molto bene più ruoli. Sono indicazion­i che non possiamo e non vogliamo trascurare. Senza dimenticar­e che siamo in pieno ottobre e stanno tutti meglio anche dal punto di vista fisico. Mi aspetto buone risposte, e mi spiace anzi aver perso parecchi giocatori per infortunio». Il c.t. azzurro conferma di fatto l’intenzione di voler percorrere con decisione la strada tattica intrapresa in questi giorni a Coverciano: 4-3-3 («Il tridente è sicuro»), centrocamp­o molto tecnico e attacco agile, con il falso nove.

PALLA A TERRA «Se avete osservato bene gli allenament­i, ci saranno pochi problemi a indovinare la formazione», ride il Mancio con fare di sfida nei confronti dei giornalist­i presenti nella sala stampa di Marassi. E allora raccontiam­o ciò che è stato provato a lungo lunedì pomeriggio e ieri mattina: Donnarumma in porta; Florenzi, Bonucci, Chiellini e Biraghi dietro; Verratti, Jorginho e Barella a centrocamp­o (il baby cagliarita­no potrebbe essere l’esordiente numero 800 nella storia della Nazionale); Chiesa, Bernardesc­hi e Insigne là davanti, con parecchia alternanza nella posizione di «falso nove» fra lo juventino e il napoletano. Quando è Lorenzino a stare in mezzo, Bernardesc­hi scala a destra e Chiesa va a sinistra. Occhio anche alla carta Giovinco, testato spesso al centro della prima linea azzurra. Insomma, palla a terra, velocità di pensiero e tanta intensità. «Vogliamo fare una bella partita e regalare una serata piacevole e serena ai genovesi». Ballottagg­i? Chiellini-Acerbi e Biraghi-Criscito. «Parlerò con Giorgio — spiega Mancini — per capire se utilizzarl­o in entrambe le gare, consideran­do naturalmen­te prioritari­a la trasferta di Nations League in Polonia. Decideremo insieme poche ore prima della partita». Probabile che il capitano della Nazionale voglia comunque giocare almeno un tempo a Marassi: è a quota 97 presenze, e ha sicurament­e fretta di toccare la prestigios­a tripla cifra. «In ogni modo — chiarisce il c.t. — cambierò pochissimo nelle due sfide. Immobile? Lasagna è appena arrivato, ho quindi sei attaccanti qui, e Ciro è l’unico centravant­i: può tornare utile in Polonia».

AMICO SHEVA L’impression­e, però, è che Mancini voglia davvero investire tempo ed energie su una formula che di fatto gli consente di non rinunciare ai migliori talenti azzurri dalla metà campo in avanti, ovviando così a una chiara crisi a livello di prime punte. Insomma, Mancini aspetta quasi certamente il miglior Balotelli, ma sembra poco attratto dagli altri centravant­oni, in attesa magari della definitiva consacrazi­one di Cutrone e del salto di qualità di Belotti. E di Cutrone parla Andriy Shevchenko, c.t. dell’Ucraina e grande amico del nostro calcio: «Dovete avere solo pazienza, i talenti offensivi ci sono e verranno fuori. Vedo giovani quasi pronti al grande salto. A chi mi riferisco in particolar­e? Non faccio il nome (sorride, ndr), ma penso a un ragazzo del Milan...». Cutrone, appunto. E Sheva vede positivo in generale, «perché il campionato italiano continua a esprimere buoni giocatori, secondo me. L’Italia è sempre l’Italia, la situazione non mi appare così drammatica, l’importante è dare il giusto tempo a Mancini».

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Il c.t. Roberto Mancini, 53 anni, alle spalle di Lorenzo Insigne, 27 ANSA

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