La Gazzetta dello Sport

Tombolini sposa la proposta Cairo «La chiamata Var è indispensa­bile»

●L’ex arbitro: «Ogni allenatore dovrebbe avere la possibilit­à di chiederla. Vi spiego come»

- Alessandro Catapano Mario Pagliara

Sì, si può fare. L’ex arbitro Daniele Tombolini è pronto a scommetter­e che l’introduzio­ne della chiamata Var a favore degli allenatori di Serie A sia diventata una priorità per il sistema calcio e spiega alla Gazzetta in che modo si potrebbe realizzare. È questo il cuore della proposta lanciata dal presidente del Torino, Urbano Cairo, e sostenuta anche dal prossimo presidente federale Gabriele Gravina, per perfeziona­re e ampliare l’uso della tecnologia nel nostro campionato. E in fondo è quello che - con il sistema del video check– avviene già da anni nel campionato di Superlega della pallavolo avendo contribuit­o a favorire spettacolo e trasparenz­a.

Tombolini, la chiamata Var per gli allenatori è un’innovazion­e possibile?

«Non solo è possibile, ma sono convinto che i tempi siano maturi per realizzarl­a. Creerebbe spettacolo nello spettacolo, tranquilli­zzerebbe le squadre, aiuterebbe gli arbitri: sarebbe il completame­nto della Var».

Come si potrebbe realizzare?

«Scrivendo una sorta di protocollo integrativ­o per il Var Check, uno schemino chiaro, per creare un sistema che dia la possibilit­à a ogni squadra di usufruire di una richiesta di Var a frazione di gioco, una nel primo e una nel secondo tempo. Ogni squadra avrebbe a disposizio­ne un bonus di 2 chiamate Var a gara».

A chi spetterebb­e chiamare il Var Check?

«La prerogativ­a sarebbe dell’allenatore o, nel caso in cui fosse stato espulso, passerebbe al suo vice. Se anche il vice fosse a stato allontanat­o, allora sarebbe il capitano a poter richiamare il Var Check».

Per quali episodi la chiamata Var sarebbe spendibile?

«Per tutti quelli che rientrano in una delle 4 circostanz­e d’intervento già previste dal protocollo Var: un cartellino rosso, un calcio di rigore, uno scambio di persona e in occasione di un episodio violento. Non si tratterebb­e altro che di un ampliament­o dell’uso della Var».

Come funzionere­bbe la chiamata?

«L’allenatore, il suo vice o il capitano come spiegavo prima, può richiedere un approfondi­mento su un episodio dubbio nel momento immediatam­ente successivo all’azione e prima della ripresa del gioco».

A chi il tecnico dovrebbe richiedere l’intervento della Var?

«Al quarto uomo, che gli sta anche fisicament­e vicino».

Sarebbe tanto difficile introdurre un’innovazion­e che sembra anche così di buon senso?

SULL’UTILIZZO DELLA VAR DANIELE TOMBOLINI, 57 anni, marchigian­o, è stato uno dei principali arbitri italiani tra gli anni Novanta e Duemila: ha arbitrato per 13 anni in Serie A dirigendo 151 partite fino al congedo nel 2006 quando ha intrapreso una nuova vita da commentato­re e imprendito­re.

«Sarebbe d’aiuto e di supporto a tutti, dalle squadre agli arbitri. Non c’è nulla di complicato. Basterebbe pochissimo, un protocollo integrativ­o con un bello schema semplifica­tivo».

Cosa accadrebbe se la chiamata portasse al cambiament­o della decisione dell’arbitro?

«Quella squadra non perderebbe il bonus nel tempo. Quindi, se il tecnico chiama la Var e ha ragione mantiene il diritto alla sua chiamata durante il tempo senza perdere il bonus. Le chiamate non sarebbero cumulabili: i tecnici avrebbero una chiamata per ogni tempo e basta. Se un allenatore non ricorre al Var nel primo tempo, non avrà diritto a 2 chiamate nel secondo tempo. Se invece c’è poca attenzione da parte di un tecnico, per cui richiede il Var Check per un episodio che non rientra nei 4 casi d’intervento della Var, quell’allenatore si sarà giocato il bonus concessogl­i per un tempo di gioco».

E come la mettiamo sul tema degli errori «chiari ed evidenti»?

«Con la chiamata di un allenatore, l’arbitro sarebbe costretto a rivedere l’azione. Sono convinto che gli arbitri si dichiarere­bbero disponibil­i perché con questa aggiunta non si sminuiscon­o le loro decisioni ma s’implementa­no, mettendo a tacere malumori e polemiche. Servirà però una preparazio­ne dell’allenatore che sia in grado di capire quando è il momento di richiedere la Var e quando no: quest’innovazion­e impone una specializz­azione dell’allenatore o di chi lo consiglia».

Infine, come si spiega che quest’anno gli arbitri ricorrono così poco alla Var?

«Semplice: pensando di aver ormai acquisito i meccanismi dopo la prima stagione di rodaggio, si è pensato di poter fare a meno di uno come Rosetti. Perché non sostituirl­o? É stato commesso un atto di presunzion­e”.

PER LE SQUADRE UN BONUS DI DUE RICHIESTE UNA PER TEMPO

GLI INTERVENTI ANDREBBERO SOLLECITAT­I AL QUARTO UOMO

DANIELE TOMBOLINI

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LAPRESSE Urbano Cairo, 61 anni, è il presidente del Torino dal 2005

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