La Gazzetta dello Sport

MANCINI, IL FALSO 9 E L’ITALIA «VERA»

Il test degli azzurri contro l’Ucraina

- L’ANALISI di LUIGI GARLANDO email: lgarlando@rcs.it

La Nazionale è un ponte che corre sopra i campanili. Calcistica­mente non c’è maglia migliore di quella azzurra per testimonia­re la solidariet­à di tutto il Paese al dolore di Genova che brucia ancora. Il senso più forte dell’amichevole Italia-Ucraina è questo.

La curiosità sportiva più intrigante è il nostro gol. Nelle ultime 13 partite una sola volta ne abbiamo segnati più di uno, contro l’Arabia Saudita, che poi è l’unica che abbiamo battuto in tutto il 2018. Non esattament­e una macchina da spettacolo di cui essere fieri. L’Ucraina ci rimanda alla doppietta di Luca Toni nel Mondiale 2006. In Germania mandammo a rete anche Del Piero, Inzaghi e Gilardino. Rinculando di trionfo in trionfo, troviamo i gol decisivi di Pablito Rossi, Piola, Meazza... Stasera schieriamo un tridente senza un attaccante di ruolo. Mamma, mi si è ristretto il centravant­i. Il piccolo Insigne al posto di Balo-Hulk, tra Chiesa e Bernardesc­hi. A casa Balotelli e Belotti, non al top; a casa Cutrone, acciaccato; in panca Immobile e Zaza. A Marassi, Roberto Mancini un tempo alzava la testa e pescava Luca Vialli, «vero 9»: su quel riflesso ci ha costruito una carriera. Stasera alzerà la testa e vedrà l’effetto che fa con un «falso 9». Non è un’eresia. Guardiola, nel ruolo, ha spremuto molto di più dal piccolo Messi che dal grande Ibra. E poi Ancelotti a Napoli ha fatto un gran lavoro di preparazio­ne per il c.t. Pensate al gol che ha segnato al Liverpool al 90’: una scivolata da pirata d’area, alla Pippo Inzaghi, non il solito destro a giro da poeta. Insigne però non farà certo la boa. Chiesa e Bernardesc­hi, che correranno in fascia tenendo il piede migliore più vicino alla porta, convergera­nno di continuo negli spazi che aprirà il napoletano. Anche perché cercare il cross per la testa di Insigne non pare idea da Nobel. Curioso però che nel giorno della probabile firma dell’ex c.t. Ventura per il Chievo, che veste i colori della Svezia, Insigne sia la prima opzione da gol dell’Italia. Un anno fa rimase sprofondat­o in panca mentre la più spuntata Nazionale della storia falliva l’accesso al Mondiale.

Ma stasera non chiediamo solo gol. Passi per il «falso nove», ma l’Italia dev’essere «vera», nelle motivazion­i e nei progressi. Va cancellata la triste doppia esibizione contro Polonia e Portogallo. Le buone sensazioni non mancano, perché molti da allora sono cresciuti. Bernardesc­hi è letteralme­nte divampato, ma anche lo stesso Insigne, Pellegrini, Barella... Verratti arriva da Parigi con i compliment­i e la garanzia firmata da Neymar. Ecco, Verratti è la seconda grande curiosità della serata perché dopo una vita di promesse, a 25 anni, sarebbe ora che il ragazzo prendesse in mano la Nazionale e si lasciasse alle spalle qualche partita da ricordare. Per ora siamo a zero. Intriga questa mediana sarriana: con il vitaminico Barella a fare l’Allan, Jorginho nel ruolo di se stesso e Verratti a dettare alla Hamsik. Florenzi è un bel ritorno, Biraghi dovrà metterci più personalit­à rispetto all’esordio. L’Ucraina oltre al ricordo mondiale di Toni, ci rimanda anche quello di Gianluca Zambrotta che quella notte ad Amburgo sbloccò il risultato e giocò forse la miglior partita della sua carriera. Quanto ci servirebbe oggi uno Zambro in fascia, con la sua corsa, i suoi cross, la sua classe? E un Pirlo berlinese lì in mezzo? Inutile piagnucola­re. Questa è la contingenz­a. Come conferma la chiamata in extremis di Lasagna, detto col massimo rispetto. Bravissimo il ragazzo, ma di certo, in altri tempi, un attaccante di 26 anni che, quattro anni fa era ancora in quarta serie, avrebbe fatto molto più fatica ad arrivare a Coverciano. E un Giovinco di 32 anni a rientrare dal Canada. Bello comunque, il calcio è anche favola e i principi sono sempre azzurri. Ma che l’Italia sia «vera» nella voglia e nel sacrificio. Genova se lo merita.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy