Mazzanti: «Ora ci studiano Vinciamo col ritmo alto»
Oggi non ci sarà Goncharova nella Russia che affronta l’Italia. La schiacciatrice principe della nazionale di Mosca, dopo i 36 punti realizzati nel tiebreak perso contro gli Stati Uniti nell’ultima gara della prima fase, ha detto ciao alla nazionale, rientrando in patria prima dell’inizio della seconda dopo un breve passaggio a Osaka, una notte con le compagne poi l’aereo per la Russia. «Ritengo che la squadra si appoggerà di più sulle schiacciatrici di banda e poi non bisogna dimenticare che Voronkova resta una buona giocatrice», spiega Davide Mazzanti, il c.t. azzurro, nell’analizzare la gara di questa mattina su Rai 2.
Che partita si aspetta?
«La Russia ha attaccanti ugualmente forti, penso che cambieranno il peso della distribuzione».
Cosa dovrà fare l’Italia?
«Continuare a tenere alto il ritmo sul cambio palla, come abbiamo fatto finora in questo Mondiale. E’ quello che ha fatto la differenza contro le varie squadre. Anche ripensando alla partita contro la Thailandia, dopo che ha giocato con noi sembrava una squadra più modesta eppure era la stessa formazione che la sera prima era riuscita a fare stare in pena la Cina». ● Il set perso in 7 partite dall’Italia di Davide Mazzanti; l’unico parziale lasciato per strada dalle azzurre è stato nel match contro la Cina
Tatticamente?
«Rispetto alla vittoria nel Torneo di Montreux (poi vinto dalle azzurre, a settembre, pochi giorni prima della partenza per il Giappone, ndr) dovremo fare qualche cambiamento. Possiamo fare ancora meglio».
Sulla via del perfezionismo, una cosa che vorrebbe vedere migliorata dalla sua squadra?
«Penso che possiamo ancora crescere nella fase break. Il nostro contrattacco può fare ancora meglio, anche se la squadra la vedo in palla. Paradossalmente, penso che sia più difficile per le ragazze preparare mentalmente gare come quelle affrontate qui di quelle che ci aspettano nei prossimi due giorni, dove la posta in gioco ovviamente è molto alta. Visto che c’è in ballo la qualificazione».
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Pensa che adesso l’Italia faccia paura?
«Credo che inizino a studiarci con più attenzione».