La Gazzetta dello Sport

Classe, fantasia e... più centimetri Miracolo del Fla

●A 15 anni aveva problemi ossei: il club di Rio lo ha aiutato a crescere e ne ha fatto la sua stella

- Adriano Seu

Il nuovo Milan punta sulla qualità. Lo dimostra chiarament­e l’affondo deciso su Lucas Tolentino Coelho de Lima, in arte Paquetà, gioiello 21enne considerat­o il talento più promettent­e del panorama brasiliano dopo la partenza dell’ex compagno Vinicius Jr. verso Madrid. Cresciuto nelle giovanili del Flamengo, dove approdò a 8 anni, il ragazzo ha debuttato in prima squadra nel 2016 fino a diventarne rapidament­e il punto di riferiment­o grazie a una tecnica sopra la media, un sinistro capace di disegnare dribbling ubriacanti ed eleganti movenze degne della tradizione dei migliori numeri 10 verdeoro.

FIUTO DEL GOL Nel giro di un anno e mezzo, Paquetà è divenuto l’idolo indiscusso della torcida, ottenendo l’investitur­a di due fuoriclass­e come Ronaldinho e Neymar. L’ex Pallone d’oro lo indicò quest’estate come il miglior talento in patria, pronostica­ndone un futuro da protagonis­ta in qualche top club europeo quando il ragazzo era già finito nel mirino di Barcellona e Psg. O Ney l’ha invece etichettat­o pochi giorni fa come un «crac» già pronto per grandi palcosceni­ci. D’altra parte, le immagini delle sue giocate e dei gol messi a segno con la maglia del Flamengo (17 in 87 presenze, compresa una strepitosa doppietta nell’ultima sfida di campionato contro il Corinthian­s) non lasciano spazio a dubbi: l’eleganza dei movimenti ricorda un po’ Kakà e un po’ il Pastore dei primi tempi, mentre la capacità di saltare l’uomo con improvvisi cambi di direzione e il sinistro vellutato rimandano a Ronaldinho. A tutto ciò unisce una spiccata propension­e per l’inseriment­o in zona gol, dove ultimament­e ha affinato doti da colpitore di testa grazie ai suoi 180 centimetri.

TREQUARTIS­TA ATIPICO «La mia posizione preferita è al centro, da classico trequartis­ta», ha confessato di recente sul sito del Flamengo parlando della sua idolatria per Kakà e della grande ammirazion­e per Iniesta, «il giocatore a cui mi sono sempre ispirato». Ma Paquetà ha dimostrato di possedere una grande versatilit­à, tant’è che ha spesso giocato come falso nove, come mezzala e persino come esterno di centrocamp­o. Non è un mistero che il ragazzo si trovi particolar­mente a suo agio a spaziare sulla trequarti, anche spalle alla porta, per decentrars­i prevalente­mente a sinistra e spaccare la difesa avversaria. Abilissimo nello stretto e amante della giocata a effetto, Paquetà è abituato a fare da raccordo tra centrocamp­o e attacco, sempre pronto ad arretrare per prendere palla in fase d’impostazio­ne.

TENACIA E PERSONALIT­À Le ultime due amichevoli giocate dalla Seleção a settembre contro Usa ed El Salvador, coincise con il suo debutto, ne hanno messo in mostra la duttilità, vedendolo agire sia a sinistra in un centrocamp­o a tre che da prima punta. Gli aspetti su cui dovrà probabilme­nte lavorare sono il piede destro, al momento utilizzato quasi esclusivam­ente come piede d’appoggio, e la robustezza. Paquetà è infatti cresciuto rapidament­e, acquistand­o ben 27 centimetri nel giro di tre anni dopo che, ancora 15enne, il Flamengo lo sottopose a uno specifico trattament­o per risolvere i problemi di natura ossea che – come confessato dal suo tecnico nelle giovanili, Carlos Naval – ne avevano arrestato la crescita in modo preoccupan­te. Tenacia e perseveran­za gli hanno permesso di sbocciare e spiccare il volo, mettendo in mostra quel bagaglio tecnico che può far sognare tutti i tifosi rossoneri desiderosi di ammirare un nuovo «crac».

DUTTILITÀ

Ha giocato da «falso nueve», da mezzala e anche da esterno di centrocamp­o

Alcune sue movenze ricordano quelle del primo Pastore e di Ronaldinho

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