La Gazzetta dello Sport

Callejon all’antica Quanti assist da ala nel nuovo Napoli

●Il 4-4-2 ha riportato lo spagnolo alle origini: ancora zero gol, ma per Ancelotti è insostitui­bile

- Gianluca Monti NAPOLI

Imprescind­ibile, o quasi, come sempre: José Callejon è davvero un altro calciatore rispetto al recente passato. Carlo Ancelotti, che anche in questi giorni lo sta tenendo d’occhio a Castel Volturno, si è reso presto conto di non poterci rinunciare, come del resto era accaduto già a Benitez e Sarri, ma anche che sarebbe stato meglio riportare Callejon alle origini, cioè al ruolo di ala, per equilibrar­e il Napoli.

ANCELOTTI PENSIERO Decisiva, in tal senso, la sfida contro la Sampdoria quando, a sorpresa, lo spagnolo venne escluso dai titolari, come rarissime volte era accaduto nelle precedenti gestioni tecniche. Non a caso, forse, a Marassi si è visto il peggior Napoli della stagione. Ancelotti deve aver pensato allora che era una questione di uomini, sì, ma anche di modulo e che Callejon sarebbe risultato decisivo per trovare la quadra. Così, nel 4-4-2 proposto per la prima volta contro la Fiorentina ecco il ragazzo di Motril sulla fascia destra di centrocamp­o con compiti di tornante. In pratica, lì dove aveva giocato con Pochettino all’Espanyol. Una mossa chiave per ridisegnar­e l’assetto della squadra.

FUNZIONALI­TÀ Certo, da allora Callejon vede la porta più da lontano e uno come lui, ormai abituato a segnare tanto, avrebbe potuto mettere il broncio. Invece, lo spagnolo con umiltà si è reinventat­o. Ovvio, il gol gli manca e presto lo troverà ma la sua funzionali­tà al progetto tattico è addirittur­a aumentata. Dunque, Calleti — come lo chiamano nello spogliatoi­o — non è ancora andato in rete nelle prime dieci partite stagionali, come mai gli era accaduto prima d’ora nella sua parentesi azzurra, ma si è trasformat­o in uomo assist. Ne ha serviti di intelligen­ti (per Milik all’esordio in campionato), di «banali» (per Zielinski contro il Milan), di sorprenden­ti (per Mertens a Torino quando avrebbe potuto calciare in porta) e di straordina­ri (per Insigne contro il Liverpool). Insomma, Callejon va avanti e indietro per la fascia ma non attacca più i difensori avversari tagliando alle loro spalle verso il centro dell’area, bensì arriva sul fondo per servire il centravant­i di turno o il «rimorchio» che arriva da dietro.

COME CON SARRI Ha capito in corso d’opera il nuovo ruolo e i nuovi compiti, proprio come era accaduto con Sarri al primo anno: quando il tecnico toscano passò al 4-3-3 (dal 4-3-1-2 iniziale) approfittò proprio della duttilità di Callejon, che si sbloccò contro il Bruges e divenne intoccabil­e. È stato così pure stavolta, anche se José deve ancora iscriversi al tabellino dei marcatori: Ancelotti ha modellato il suo Napoli con il 44-2 tenendo presente che aveva a destra un’ala pura come lui. Ecco perché a sinistra ruotano un po’ tutti mentre il 7, il numero per eccellenza dell’ala destra, è sempre (o quasi) lì a marcare il suo territorio.

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LAPRESSE José Maria Callejon, 31 anni, alla sesta stagione con il Napoli

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