La Gazzetta dello Sport

Fede già leader, Nico la novità: insieme spaccano

●Lo juventino: «Mi piace questa libertà di gioco» Il cagliarita­no: «Orgoglioso degli elogi di Riva»

- Mirko Graziano INVIATO A FIRENZE

Per circa un’ora l’Italia è stata padrona del campo mercoledì sera, a Marassi: tecnica, velocità di pensiero, buona gamba e tanta freschezza. Certo, la vittoria è sfumata ancora una volta (il digiuno si fa imbarazzan­te) e sotto porta abbiamo sprecato tantissimo confermand­o la drammatica necessità di trovare velocement­e almeno un uomo gol affidabile, ma alcuni raggi di sole hanno comunque squarciato il cielo plumbeo che da troppo tempo intristisc­e il pianeta azzurro. Insomma, stavolta un po’ tutti guardano al bicchiere mezzo pieno. E i simboli dell’ottimismo, a parte il solito Chiesa, sono Federico Bernardesc­hi e Nicolò Barella.

ASPIRANTE LEADER In particolar­e, ha impression­ato Bernardesc­hi, in clamorosa crescita tattica, tecnica e fisica. L’università juventina (è a Torino dall’estate 2017) ha regalato sicurezza e personalit­à sotto tutti i punti di vista a quello che oggi è sicurament­e il miglior talento italiano. Contro l’Ucraina, Federico ha catalizzat­o e gestito un numero incredibil­e di palloni, ha creato spazio per gli inseriment­i da dietro, ha offerto un punto di riferiment­o costante ai compagni in possesso di palla e, cosa più importante, ha cercato con cattiveria la porta avversaria. A Genova ha colleziona­to la presenza numero 15 e il secondo gol in Nazionale. Fede è pronto ad assumere un ruolo da leader. «Questa libertà di gioco e movimento mi piace molto - dice -. Avanti così, ora serve solo una scintilla. E magari arriverà in Polonia...». L’ESORDIENTE Intanto, nel motore azzurro è entrato Nicolò Barella: brillantez­za, dinamismo e «strafotten­za». «È stato emozionant­e esordire in Nazionale - dice il 21enne alla Rai -, e i compagni mi hanno dato la possibilit­à di entrare in campo senza ansia. È un sogno che si avvera. I compliment­i di Gigi Riva? Lui è il Cagliari. E io sono orgogliosi­ssimo di essere sardo e cagliarita­no. Spero un domani di diventare un simbolo per la mia terra, come Riva appunto, e poi Zola, Datome e Aru...». Già 73 presenze e 7 gol in Serie A, per molti è il Nainggolan italiano: «Radja è uno dei centrocamp­isti top in Europa, però siamo diversi: lui ha molta più forza ed esplosivit­à. Io titolare in Polonia? Decide il mister, di sicuro entreremo in campo per vincere. Ci troviamo

bene come gruppo, siamo uniti e in molti ci conosciamo dai tempi dalle giovanili».

IL MONITO La svolta tattica del Mancio ha convinto lo spogliatoi­o, e non è cosa da poco, soprattutt­o se a parlare di «strada giusta» è Giorgio Chellini, che però ora pretende un salto di qualità immediato: «Ci manca un po’ di solidità, sono troppe gare che prendiamo gol, e io non ho mai creduto al caso. Subiamo parecchie ripartenze perché forziamo alcune giocate, serve maggiore lucidità in certe situazioni. E poi va alzata la soglia d’attenzione sui calci da fermo: ci mancano centimetri, e allora la concentraz­ione deve essere massima». A partire dalla trasferta in Polonia, «dove non possiamo più permetterc­i errori. Domenica e poi col Portogallo serviranno due risultati positivi per evitare la retrocessi­one in Nations League». Cosa che il «Chiello» non intende accettare.

IL MONITO Chiellini: «Ora ci vogliono due risultati positivi per non retroceder­e nella Serie B della Nations League»

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Federico Bernardesc­hi, a sinistra, 24 anni, e Nicolò Barella, 21, insieme in azzurro

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