La Gazzetta dello Sport

Azzurrini come i grandi Splendono per un’ora Non segnano e il Belgio va

●Di Biagio amareggiat­o: «I ragazzi devono capire che queste sconfitte bruciano, anche se le partite sono amichevoli»

- Alex Frosio INVIATO A UDINE

Come l’Italia dei grandi, l’Under 21 splende per un’ora buona – almeno finché i cambi non stravolgon­o formazione, distanze e intesa – ma fa una gran fatica a far gol. Gli azzurrini concludono 16 volte fuori dallo specchio e 4 in porta, prendendo un palo nel recupero. E finiscono con un’altra sconfitta, la terza nelle ultime cinque partite, per un tiro infilato all’incrocio dei pali. Ci sta, perché di fronte c’era il Belgio, imbattuto da due anni precisi. «Sono partite che ci devono bruciare se le perdiamo, anche se sono amichevoli, i ragazzi lo devono capire», dice amareggiat­o il c.t. Di Biagio. Brucia, sì. Ma quella prima ora, quando l’Under leggerment­e rimodellat­a funziona, è un buon punto di (ri)partenza.

CORAGGIO Al centro dell’attacco c’è un atipico come Vido, meno uomo d’area e più pensante, che indietregg­ia e fa la sponda. Ai suoi lati si muovono Parigini, il migliore della compagnia per pericolosi­tà, e il debuttante Kean, il più giovane di tutti con i suoi 18 anni, che l’attaccante della Juve vuole sprigionar­e a ogni scatto (anche perché finora in stagione aveva giocato appena una partita con l’Under 20 e una dozzina di minuti in Champions con lo Young Boys). Intorno alle geometrie di Locatelli, al quale la titolarità a Sassuolo sta dando sicurezza, l’Italia risponde con coraggio: il Belgio ha un trequartis­ta e tre punte, gli azzurri rispondono difendendo in avanti, chiudendo linee di passaggio, alzando i terzini. E le frecce rosse devono spesso rincorrere. Però l’Italia sembra un peso leggero, porta colpi che non fanno male. Vanno al tiro in tanti, solo Kean in avvio centra debolmente la porta, e nel finale prima con Parigini e poi con Valzania, che in pieno recupero prende il palo interno sull’azione per pareggiare. Neanche fortunati.

RISERVE Le riserve del Belgio, che dopo 45’ pensa alla partita qualificaz­ione con la Svezia di martedì per l’Europeo e ne cambia 7, fanno una figura migliore di quelle azzurre. Di Biagio fa debuttare anche Pellegrini, Zaniolo e Bastoni, ma i tanti cambi tolgono ordine e danno più spazio all’ individual­ità. L’Italia si perde un po’ nella frenesia, invece i piccoli Diavoli Rossi, in realtà belli grossi, sfruttano il fisico. E un colpo pazzesco di Amuzu, chiamato d’emergenza da Walem: destro all’incrocio, Scuffet fermo, Italia sconfitta. Per tornare a Udine il 30 giugno, per la finale dell’Europeo, c’è da lavorare.

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LAPRESSE Gigi Di Biagio, 47 anni, allenatore dell’Italia

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