IL VOLLEY GIOVANE CHE ROMPE GLI SCHEMI
I Mondiali di pallavolo femminile
La lunga scia del Club Italia. Le schiacciate che si stanno abbattendo nei palasport giapponesi a cura di Egonu e compagne oltre ai muri delle avversarie — nove di fila che ci danno il primo posto dopo la seconda fase — stanno demolendo anche luoghi comuni e statistiche. Da queste parti cade innanzitutto l’abusato leit motiv dell’Italia che non è più un Paese per giovani. Vi sembrano troppi 23 anni, che è la media di età delle pallavoliste azzurre appena volate nelle Final Six del torneo iridato? La più bassa età media dopo il Messico fra le squadre partecipanti al torneo non è altro che la messa in pratica di un progetto nato col Club Italia che si proietta anche nel futuro con un gruppo di giovanissime pronte a seguire le orme delle «Sorelle» maggiori. L’operazione Mazzanti, il tecnico che dopo Rio ha preso il posto ma non le distanze dal predecessore Bonitta, aveva già fatto vedere i suoi effetti col quinto posto agli Europei e il secondo nel Grand Prix dell’anno scorso in Cina ma qui potrebbe fare bingo. Ed ecco il secondo riscatto — meno sociale e più sportivo — affidato al sestetto azzurro in Giappone: farci dimenticare la delusione dei Mondiali maschili in casa, quel brusco risveglio quando l’Italia si era sgonfiata dopo il trionfale ingresso nella Final Six. Ma in palio in Giappone c’è anche l’onore di tutto il movimento di squadra italiano, quella vocazione che appare in crisi di fronte alla nostra assenza nei piani alti delle ultime rassegne internazionali di calcio, basket e pallanuoto. Argomento questo che produce inchieste ed analisi giornalistiche che non trovano riscontro nell’apparente stato di salute del nostro movimento sportivo. Ancora non sappiamo cosa distingue un nuotatore e uno schermidore di successo dalle squadre azzurre che non riescono a vincere un oro dall’Europeo di pallanuoto femminile del 2012?
Speriamo che sia la volta buona, dunque, con queste ragazze che lunedì e martedì affronteranno l’esame di Giappone e Serbia per accedere in zona podio. Già una medaglia sarebbe una bella soddisfazione per un allenatore come Davide Mazzanti che riesce a non far pesare al resto della squadra la presenza in campo della moglie Serena Ortolani e che ha saputo applicare insieme al modulo vincente anche la «libertà di stupire». In uno sport codificato come la pallavolo la sua Italia riesce a esaltare ogni personalità senza fossilizzarsi su schemi precostituiti. Facendo la tara su orari e distanze gli ascolti televisivi su Rai 2 (349.316 spettatori e 7.2% contro la Russia mercoledì) confermano il gradimento ricevuto dai colleghi maschi ma, visto com’è finita a Torino, permetteteci di preferire il successo in campo a quello in tv.