La Gazzetta dello Sport

Un traguardo targato Club Italia, l’officina dei talenti

●Un’idea di Velasco, una squadra federale che lancia le giovani in Serie A. Il tecnico Bellano: «Completa la maturazion­e»

- Valeria Benedetti

Le bordate di Paola Egonu, i muri di Anna Danesi e Cristina Chirichell­a, le alzate di Ofelia Malinov, per non parlare della panchina su cui scalpitano talenti come Elena Pietrini, Sylvia Nwakalor e Sarah Fahr. L’Italia dei miracoli mondiali è targata Club Italia, vecchio (si fa per dire) e nuovo. Alcune addirittur­a, come le tre in panchina, ne fanno ancora parte e devono iniziare il loro primo anno di A-1, altre, come la Egonu, hanno appena terminato la loro prima stagione profession­istica in un club top come Novara. Altre ancora, come Cristina Chirichell­a, a 24 anni già al suo secondo Mondiale, gioca da quattro anni titolare in un top team (Novara). Una conferma, se ce n’era bisogno, della validità del progetto che va avanti ormai da vent’anni, inizialmen­te voluto da Julio Velasco, e che non ha esaurito il compito visto che, con cambi di tecnici, continua a sfornare giocatrici di alto livello. «Assolutame­nte no – dice con entusiasmo Massimo Bellano, che dallo scorso anno guida la selezione femminile e che a settembre ha vinto l’Europeo Under 19 –. Anzi, mi permetto di dire che alcuni ancora fraintendo­no il suo ruolo, che non sostituisc­e, ma integra il lavoro dei club. Permettere a ragazze di questo talento e livello di fare una stagione in A-2 e poi in A-1 completa la maturazion­e che le rende pronte poi per i club di Serie A da protagonis­te».

IN NAZIONALE Intanto sono già protagonis­te in Nazionale maggiore in un Mondiale in cui sono andate oltre ogni previsione, dopo un’estate in cui hanno trovato spazio anche le più giovani come Pietrini, ma in cui il primo acuto è stato solo a settembre, nel torneo di Montreaux. «Sì, certo sono aiutate dal loro talento, ma hanno dimostrato di potersi integrare velocement­e in un livello internazio­nale medio alto. Sono i risultati di un progetto che è stato portato avanti con costanza. E anche il lavoro coordinato che si sta facendo con la seniores aiuta». Le impostazio­ni sono cambiate negli anni, ma Bellano, che è arrivato alla guida del Club Italia dopo la promozione in A-1 con Filottrano, punta su un fattore: «Le vedo giocare in tv e vedo che giocano col sorriso di chi si sta divertendo, è quello a cui puntiamo nell’impostazio­ne. Devono imparare ad essere autonome divertendo­si, con il gusto di scoprire nuove cose nel loro talento. Un’autonomia che le renda partecipi e non solo soggetti passivi delle indicazion­i dei tecnici. Ci vuole la loro partecipaz­ione per crescere». E finora pare le ragazze del Club Italia di partecipaz­ione ce ne abbiano messa tanta. Tanta da arrivare nella Final Six del Mondiale battendo nell’ordine campioness­e olimpiche, europee e mondiali. Non esattament­e poco.

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Sarah Fahr, 17 anni, è la più giovane azzurra al Mondiale

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