La Gazzetta dello Sport

Fognini e Cecchinato Dopo quasi 40 anni due azzurri nella top 20

perde da Djokovic, ma lunedì sarà con Fabio nell’élite mondiale: come Panatta e Barazzutti nel maggio 1979

- Riccardo Crivelli

Itempi cambiano, come cantava il menestrell­o di Duluth. In fondo, cos’è il tennis se non una battaglia uomo contro uomo, di strategia e di posizionam­ento? Solo che in quattro mesi le condizioni psicofisic­he dei duellanti possono mutare dall’abisso allo zenit. A giugno, dopo la clamorosa sconfitta nei quarti del Roland Garros contro Cecchinato, Djokovic era un giocatore e un uomo distrutto, forse al punto più basso di una carriera che pareva in frantumi. Dalle risposte biascicate del post-partita, il tennis appariva lontanissi­mo dai suoi pensieri. Ma i tempi cambiano, eccome: da allora Nole ha giocato la finale del Queen’s e ha vinto Wimbledon, Cincinnati e gli Us Open, una resurrezio­ne imperiosa, quasi che Ceck abbia funzionato da talismano.

MOMENTO STORICO E nel nuovo incrocio tra i due, stavolta a Shanghai, il Djoker ha fatto valere la sua attuale legge del più forte: appena cinque punti concessi con la prima di servizio e il secondo set vinto a zero in pratica senza far toccare palla al palermitan­o. L’ordine si ristabilis­ce, eppure la giornata si tinge d’azzurro intenso: i due turni passati nel Masters 1000 cinese, da lunedì consentira­nno infatti a Marco di approdare tra i primi 20 del mondo (quasi certamente al numero 19), nono italiano a riuscirci nell’Era Open. Soprattutt­o, riporterà indietro di 39 anni e 4 mesi le lancette del nostro tennis, al 28 maggio 1979, l’ultima volta in cui abbiamo avuto due giocatori in contempora­nea nella top 20. Allora erano Panatta (16) e Barazzutti (19), ora con Cecchinato c’è Fognini, 13 Atp, che fra tre giorni inizierà la settimana numero 112 tra i 20 migliori, un record per noi. Se dovessero confermars­i fino al termine della stagione, uguagliere­bbero il 1973, l’unica volta in cui due azzurri (Panatta e Bertolucci) chiusero l’anno tra i primi 20.

Sono appena quattro le nazioni che al momento possono vantare due giocatori così in alto nello stesso momento: oltre all’Italia, l’Argentina (Del Potro e Schwartzma­n), la Croazia (Cilic e Coric) e gli Stati Uniti (Isner e Sock). L’ultimo segnale di un’annata mirabile che ha ribaltato una lunga litania di balbettii al maschile, con sei tornei vinti da tre giocatori diversi (tre Fognini, che ci ha aggiunto la finale persa a Chengdu, due Cecchinato e uno Berrettini), la prima semifinale Slam dopo 40 anni (Ceck a Parigi) e due giocatori in corsa fino a ottobre per il Masters. Lo stop contro Djokovic elide definitiva­mente ogni residua speranza dell’allievo di Vagnozzi (va ricordato peraltro che iniziò la stagione da numero 109 e ad aprile era ancora 100...), mentre Fogna resta formalment­e sulla giostra, anche se servirà un miracolo e soprattutt­o l’aiuto di qualche forfeit dell’ultimo minuto. Più facile, invece, che Fabio possa una volta per tutte raggiunger­e l’obiettivo del best ranking in carriera, schiodando­si finalmente da quella posizione numero 13 che ha fin qui rappresent­ato il suo invalicabi­le muro di Berlino. Formalment­e il traguardo è già in vista, perché Goffin, numero 12 e fermo fino all’anno prossimo, precipiter­à oltre il 15° posto, però alle spalle premono Edmund, Coric e forse Tsitsipas. Significa che Fabio deve chiedere prestazion­i d’elite al paio di tornei europei (tra cui Bercy) che gli restano. Sarebbe un premio adeguato al suo talento.

 ??  ??
 ??  ?? Fabio Fognini, 31, e Marco Cecchinato, 26: da lunedì saranno insieme nella top 20 del ranking AFP/GETTY
Fabio Fognini, 31, e Marco Cecchinato, 26: da lunedì saranno insieme nella top 20 del ranking AFP/GETTY

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy